Roghi nel condominio di Sassari, l’arrestato fa scena muta davanti al Gip
I difensori chiedono misure alternative al carcere. Trovata “diavolina” durante la perquisizione. Il giudice si riserva la decisione
Sassari Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Gian Paolo Piana, stamattina 15 dicembre alle 9 in tribunale, Vladimiro Cabizza, il 55enne, titolare di un’agenzia di pratiche automobilistiche, arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri con l’accusa di incendio doloso e atti persecutori per la lunga scia di roghi nel cortile condominiale di largo Budapest, su cui si affacciano tre palazzine.
Pur scegliendo il silenzio nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’uomo ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ribadendo la propria totale estraneità ai fatti contestati dalla Procura della Repubblica di Sassari. Davanti al giudice, Cabizza ha ammesso di aver avuto in passato normali discussioni con alcuni vicini, legate a questioni di vita condominiale, negando però qualsiasi comportamento persecutorio o coinvolgimento negli incendi che, tra novembre e dicembre, hanno terrorizzato il condominio “La collinetta” in cui risiede anche lui.
Al termine dell’udienza, i difensori dell’indagato, gli avvocati Antonio Moro e Daniela Pinna Vistoso, hanno chiesto al gip la revoca della misura cautelare in carcere. In subordine, è stata avanzata la richiesta degli arresti domiciliari, da eseguire in un appartamento lontano da largo Budapest, ritenuto idoneo a evitare qualsiasi contatto con il contesto condominiale teatro dei fatti.
Nel corso dell’udienza è emerso anche un ulteriore elemento investigativo: durante la perquisizione eseguita venerdì mattina nell’abitazione di Cabizza, i carabinieri della sezione operativa avrebbero trovato e sequestrato “diavolina”, un prodotto comunemente utilizzato come accendifuoco, ora al vaglio degli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta.
Il gip Gian Paolo Piana si è riservato la decisione e scioglierà la riserva in mattinata, pronunciandosi sulla convalida dell’arresto e sull’eventuale misura cautelare da applicare. Intanto, Cabizza resta detenuto nel carcere di Bancali, mentre l’indagine prosegue per chiarire definitivamente responsabilità e dinamica di una vicenda che ha profondamente scosso la città.
