Salvare la nostra isola si può: i parchi sono trincee ambientali
Il ruolo cruciale in difesa delle spiagge, della fauna e della flora marina
Antonella Derriu e Donatella Palomba lavorano nel “Centro educazione ambientale” del parco naturale regionale di Porto Conte, area marina protetta di Capo Caccia e isola Piana ad Alghero. Lo scopo principale del Cea, inserito all’interno di vari centri regionali, è sensibilizzare ma soprattutto informare. Antonella e Donatella hanno incontrato noi ragazzi della redazione del progetto La Nuova@Scuola e ci hanno raccontato i tantissimi progetti di cui si occupa il parco. Si tratta dei progetti legati all’Agenda 2030 per raggiungere entro quell’anno i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, dell’Effetto Domino, dei progetti legati ai cambiamenti climatici, del monitoraggio della nidificazione delle tartarughe, del progetto “La Sardegna portala nel cuore” per contrastare i furti di sabbia e conchiglie da parte dei turisti. Nel corso dell’incontro abbiamo ascoltato la spiegazione di sentimenti provocati dai danni ambientali, come per esempio l’ecoansia. Di tutti questi argomenti e delle riflessioni che ne sono scaturite parliamo in questo e altri articoli.
Io mi voglio concentrare sulla tutela delle spiagge e dei parchi naturali. In Sardegna ci sono quattro parchi regionali: il “Parco naturale regionale di Porto Conte-Area marina protetta di Capo Caccia, dove lavorano Antonella Derriu e Donatella Palomba. Il parco è presieduto da Emiliano Orrù e diretto da Francesco Mariani. Oltre a Porto Conte esistono in Sardegna il parco naturale regionale di Molentargius, il parco naturale regionale di Gutturu Mannu e il parco regionale naturale di Tepilora. Inoltre sull’isola sono presenti due parchi nazionali: il parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena e il parco nazionale dell’Asinara.
I parchi sono delle aree che gli esperti preservano con cura, specialmente la natura della fauna e della flora marina e terrena. Oramai i cambiamenti climatici stanno portando ad un mutamento radicale della nostra isola e le esperte ci hanno illustrato gli effetti di questi cambiamenti che colpiscono le nostre specie mediterranee. Tutto il lavoro che viene compiuto da queste persone competenti vuole evitare che la Sardegna possa ritrovasi all’interno di un disastro irreparabile per le sue meraviglie. Il lavoro che compiono queste persone è quindi molto prezioso, tuttavia necessitano della nostra collaborazione. A proposito di questo aspetto vorrei parlare a tutti coloro che portano via un pezzo delle nostre incantevoli spiagge sarde come ricordo o regalo, se ogni singolo visitatore portasse via anche solo un granello di sabbia, una conchiglia o un pezzettino di corallo, un pezzetto alla volta, cosa ne rimarrebbe? Non rimarrebbe neanche un frammento della bellezza delle spiagge sarde, non rimarrebbe più niente dell’isola che tanto amiamo e che custodiamo. Il mondo è stracolmo di bellezza e al posto di tenerne un po’ per noi stessi egoisticamente, dovremmo imparare a condividerla, non modificandone nessun tratto, potendo godere in egual modo di tanta meraviglia. Parlo a tutti voi perché vogliamo regalarvi ancora dei tramonti indimenticabili, vogliamo che voi possiate contemplare lo spettacolo dai mille colori caldi ed avvolgenti che si posano sul nostro mare dormiente. Vogliamo ancora che possiate sentire l’acqua salata e limpida accarezzarvi delicatamente la pelle, vogliamo che voi possiate ammirare la nostra vegetazione colma di ogni tonalità brillante insieme al grazioso battito d’ali delle farfalle con i colori più sorprendenti e variopinti che ci siano. Vogliamo sempre darvi la possibilità di ammirare i nostri fiori splendenti di gioia ed i nostri animali spensierati nella loro casa. Per questo vi chiedo di rispettare la Sardegna affinché meraviglie come queste durino in eterno.
*Sara studia al liceo classico, musicale, coreutico Azuni di Sassari