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Quest'anno Jeda va all'attacco

Stefano Serra
Quest'anno Jeda va all'attacco

Al brasiliano non dispiacerebbe tornare nel ruolo originale

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ASSEMINI. Il fiuto della rete non lo ha perso, e ne ha dato ampia dimostrazione domenica nella prima amichevole stagionale del suo Cagliari. Jeda vorrebbe tornare a svolgere il suo ruolo naturale, attaccante, e l’allenatore Allegri potrebbe anche prendere in considerazione questa ipotesi. Il brasiliano però non vuole mettere fretta a nessuno, e si dice disponibile a qualunque soluzione.

«Certo, sono nato punta e mi piacerebbe poter sfruttare al meglio quelle che sento come le mie migliori qualità - dice Jeda -. Questo però non significa che non sia disposto a sacrificarmi in altri ruoli, come ho fatto la scorsa stagione».

Sono arrivate buone risposte dalla prima amichevole.
«Condivido in pieno, per avere solo sei giorni di preparazione nelle gambe abbiamo fatto vedere cose discrete. Però dobbiamo e possiamo crescere, se vogliamo arrivare pronti all’appuntamento con il campionato».

I nuovi arrivati come li ha visti?
«Lazzari lo conoscevo come avversario. E’ capace di fare molto movimento e ha ottime qualità anche sotto l’aspetto tecnico. Marchetti può recitare un ruolo importante e ha dimostrato il suo valore in un torneo difficile come la B. Si inseriranno più facilmente di quanto si possa pensare».

Iniziare la preparazione con gli stessi compagni in che misura vi ha agevolati?
«Tanto, tantissimo, soprattutto sotto il profilo lavorativo. Non fu così invece quando ero arrivato a gennaio, mi ero dovuto adeguare alla situazione difficile di quel periodo. E’ stato importante ritrovare quasi tutto il gruppo dello scorso anno e questo è un fattore che alla lunga si rivelerà fondamentale, per non dire determinante».

Come valuta il ritiro svolto ad Assemini?
«Per me il fattore climatico conta relativamente, anzi non pesa proprio. Ci sono le condizioni ideali per svolgere la preparazione come piace a noi».

Il nuovo tecnico com’è?
«Ha dimostrato sin dal primo momento molta disponibilità. E’ stato un buon calciatore e conosce perfettamente le nostre esigenze, e non esagera eccessivamente con i carichi di lavoro».

A livello tattico prevede novità?
«Non credo, d’altronde non avrebbe senso stravolgere quanto di buono si è fatto nella scorsa stagione, anzi è proprio da questo che a mio avviso si deve ripartire».

Daniele Ragatzu può ritagliarsi uno spazio in prima squadra?
«Qualitativamente e tecnicamente ha i numeri per far bene anche in A. A 17 anni, però, ha bisogno di essere lasciato tranquillo».
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