Costa Rica nella storia Grecia battuta ai rigori
E il Televideo Rai la promuove ai quarti già dopo i tempi regolamentari
INVIATO A RECIFE. Il pianto greco e la felicità dei Ticos: ci sarà il Costa Rica nel quarto di finale del 5 luglio a Salvador contro l’Olanda. È questo il verdetto di una sfida inedita e sorprendente. Eppure all’inizio all’Arena Pernambuco sembrava solo la solita minestra. La Grecia sul filo di lana e ai danni della Costa d’Avorio, il Costa Rica nel gruppo dell’Italia proponendo calcio e tanta corsa. Il canovaccio tattico della squadra del ct Pinto sviluppa partendo da un solido 5-4-1, con Ruiz a destra e Bolanos a sinistra per dare sostegno a Campbell, punta unica. Una struttura tattica che si regge grazie a una mediana bloccata, composta da Tejeda e Borges, una coppia di cagnacci per arginare il centrocampo folto della Grecia che preferisce concentrare le proprie forze sull’asse centrale.
Samaras centravanti, il vecchio drago Karagounis alle sue spalle, in attacco a destra Salpingidis, a sinistra Lazaros, al secolo Christodoulopoulos. Morale della favola: superiorità numerica in mezzo a vantaggio del ct greco Fernando Santos, ma le accelerazioni più pericolose sono dei latino-americani. A metà della prima frazione, poi, è proprio il capitano della Grecia, Karagounis, 37 anni e un passato anche all’Inter, a commettere una clamorosa ingenuità: allunga il piede al limite dell’area con Campbell lanciato a rete e l’arbitro australiano Williams non può con concedere una pericolosissima punizione sul quale il Costa Rica porta in area le tre torri per il gioco dei blocchi che si era visto già contro l’Italia: Gonzalez non arriva di un soffio sul pallone, ma conferma che una delle armi costaricane è proprio quella dei calci piazzati. Campbell continua ad essere il più pericoloso sul fronte offensivo, tanto che Samaris rimedia un’ammonizione per fermarlo. Dall’altra parteSapingidis, l’ala destra del Paok, si ritrova sul piede preferito prima una voleé da distanza ravvicinata, poi spreca una conclusione in posizione centrale. È lo specchio di una gara nervosa e tutt’altro che spettacolare.
Ma basta una giocata inattesa per rompere l’equilibrio e la noia (quattro tiri nello specchio nel primo tempo). Ruiz si accentra e riceve un pallone da Bolanos al limite dell’area: conclusion rasoterra di sinistro per battere Karnezis. La Grecia barcolla: non crolla soltanto perchè l’arbitro non coglie il tocco di mano del romanista Torosidis che così toglie dal destro di Bolanos il tiro del possibile 2-0. E si risolleva grazie a una sciocchezza di Duarte che con quasi mezz’ora da giocare si fa ammonire per la seconda volta, lasciando il Costa Rica in dieci.
Santos, che aveva già cominciato a potenziare il suo attacco, spedisce in campo tutti i suoi attaccanti di scorta: Mitroglou, Gekas e il fantasista Katsouranis. Al primo minuto di recupero viene premiato: Gekas spara, Navas respinge, ma il pallone finisce sul piede di Papastathopoulos che insacca. Uno a uno e tutto da rifare ma non per il Televideo Rai che in Italia dà con largo anticipo la qualificazione dei Ticos ai quarti ma senza i rigori.
Gli schemi ormai sono saltati, da tutte e due le parti, si gioca soltanto con il cuore: a tratti sembra una partita sul campetto dietro il campanile. Mitroglou cerca di chiuderla con un colpo di testa prima del fischio finale, ma non riesce ad evitare i supplementari. E la difesa del Costa Rica regge ancora grazie ai miracoli di Navas per affidarsi alla lotteria. La lotteria dei rigori. E il numero fortunato stavolta esce sulla ruota di San José.
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