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Anche i compagni azzurri bacchettano Hackett

Anche i compagni azzurri bacchettano Hackett

Lettera aperta al play dell’Olimpia Milano che ha abbandonato il ritiro: «Daniel ha sbagliato»

30 luglio 2014
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ROMA. Squalificato dal giudice sportivo e “scaricato” dai compagni in Azzurro. Dopo lo stop disciplinare di sei mesi inferto per la fuga dal ritiro della nazionale e le successive dichiarazioni polemiche contro la Federbasket, Daniel Hackett si trova a dover fare i conti anche con la dura presa di posizione dei giocatori del ct Simone Pianigiani che accusano il play di Milano di non aver rispettato le regole della Nazionale e infranto quel codice che c’è tra compagni di squadra. La missiva degli atleti azzurri, che torneranno in campo i primi di agosto a Trieste (test contro Canada, Bosnia e Serbia), non lascia spazio a interpretazioni. «Non vogliamo essere giudici di nessuno – si legge nel comunicato – ma venire in Nazionale significa rispettare certe regole; tra queste comunicare a tempo debito e attraverso lo staff medico del club, le proprie condizioni fisiche, presentarsi al raduno della Nazionale e lasciare che lo staff medico Azzurro possa fare le proprie valutazioni. Daniel non lo ha fatto». Anzi, Hackett ha abbandonato il ritiro accusando poi la federazione di dire il falso sulle sue condizioni di salute (uscita che gli è costato un mese in più di stop oltre ai 5 già previsti per essersi allontanato senza autorizzazione e motivazione). «Sarebbe stato sufficiente attendere un paio di giorni e a quel punto sarebbe stato trattato come succede sempre ad ogni atleta convocato – spiegano gli azzurri –: se viene accertato che le condizioni fisiche non permettono di rimanere all’interno della nazionale il giocatore viene autorizzato a tornare a casa».

Oltre alle norme di comportamento previste dalla Nazionale, però, Hackett «ha violato anche quelle regole non scritte tra giocatori. Tra compagni di squadra c’è un codice di rispetto che lui ha infranto». «Se non si parte da questo presupposto è difficile costruire percorsi virtuosi e durevoli nel tempo, ma solo tragitti impervi e poco chiari». «Teniamo a sottolineare che in Nazionale nessuno è mai stato costretto a giocare contro la propria volontà – concludono –. Mantenere sempre un comportamento corretto è il segnale del profondo rispetto che proviamo nei confronti della maglia azzurra, dei compagni e di tutti i professionisti che lavorano intorno alla Nazionale».

Ieri, intanto Andrea De Nicolao è stato autorizzato a lasciare il raduno a causa di una borsite metatarsale in fase acuta al piede sinistro.

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