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«Non so chi vincerà, ma io non sono solo»

«Non so chi vincerà, ma io non sono solo»

Nuova lettera di Vincenzo Cosco, allenatore della Torres, alla vigilia del ricovero per rimuovere un tumore: «Grazie a tutti»

02 gennaio 2015
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SASSARI. L’allenatore della Torres Vincenzo Cosco, che alla vigilia di Natale ha scoperto di dover lottare contro un tumore e ha deciso di non nasconderlo ai suoi tifosi ha affidato a una nuova lettera i ringraziamenti per il calore ricevuto nell’ultima settimana. «L’affetto che mi avete dimostrato in questi giorni - scrive – mi ha dato la carica per andare avanti nella mia battaglia contro il cancro. Non immaginavo di suscitare tanto clamore e il calore che ho avvertito è stato per me importante. So che nei tempi supplementari di questa partita, oltre a poter contare sulla medicina e sulla fede, potrò fare affidamento sulle tante persone che mi sono state vicine».

«Affido a una nuova lettera i miei ringraziamenti – continua l’allenatore rossoblù –, che vanno a tutti coloro che hanno raggiunto la mia cittadina, Santa Croce di Magliano, in provincia di Campobasso, solo per un saluto, ma anche a tutti coloro che mi hanno incoraggiato, utilizzando facebook, la posta elettronica, gli sms, i commenti agli articoli dei giornali e ai vari tweet, che in questi giorni hanno invaso le bacheche di tantissime persone. Ho letto tutti i messaggi che mi sono arrivati e ognuno ha avuto, per me, un significato particolare. Li ho letti con molta attenzione, pur non riuscendo a rispondere. Mi hanno inorgoglito gli auguri dei colleghi, di coloro che lavorano nel calcio e di tutti i club che mi hanno dedicato una nota sui propri siti ufficiali: significa che qualcosa avrò pur dato a quello che è stato il mio mondo per quaranta anni e spero continui a esserlo ancora a lungo».

«Un sentito grazie – si legge nella lettera di Cosco – va al presidente della Lega Pro, Mario Macalli, uno dei primi a telefonarmi non appena la notizia della mia malattia è iniziata a circolare. Mi ha incoraggiato, ma quello che ho apprezzato maggiormente è stato il fatto che la sua chiamata non è stata solo formale. Il presidente, infatti, oltre a mettersi a completa disposizione, mi ha anche raccontato la sua esperienza, molla propulsore per la tenacia e la forza che dovrò impiegare in questa battaglia».

Il pensiero dell’allenatore della Torres torna quindi nell’isola. «Ringrazio i miei calciatori: vedo e rivedo il video dei ragazzi, perché in fondo una squadra è l’anima dell’allenatore. Non a caso i miei uomini hanno utilizzato nel video-messaggio che mi hanno inviato quello che io ho provato a inculcar loro nell’ultimo mese e mezzo. E io riparto dal loro messaggio: «L’uomo che combatte non perde mai». Io combatterò con tutte le mie forze».

«Un grazie particolare – continua il mister – va a Gianfranco Zola: le sue parole mi hanno dato fiducia e coraggio. Quello che ha detto è rimasto impresso nella mia mente e lo ringrazio per aver pensato a me, prima ancora che al Cagliari in occasione della conferenza stampa della sua presentazione.

Gianfranco, spero che, quanto prima, riuscirò a incontrarti per ringraziarti di persona. E, nell’occasione, rivolgo io un in bocca al lupo a te e al Cagliari, perché per la Sardegna è importante continuare ad avere una squadra in serie A».

Parlando della massima serie nazionale - conclude Cosco –, ringrazio anche la Lega che mi ha dedicato la copertina con la frase del giorno. Sono state dimostrazioni d’affetto che porterò con me nelle corsie dell’ospedale, dove mi affiderò alle cure del dottor Luigi Schips, il quale mi aiuterà a debellare il male che ha invaso nuovamente la mia corazza. Verrò presto operato nella mia terra, l’Abruzzo, dove ho vinto il primo campionato nazionale. Il dottor Schips non sarà l’unico che seguirà le mie cure, perché sono anche nelle mani dell’oncologo Gaetano Lanzetta. L’Italia ha delle menti eccelse e io mi sono rivolto a chi, nell’ambito della medicina, rappresenta un orgoglio per il Belpaese. Ho trovato professionisti di spessore e affiderò a loro le mie possibilità di tornare a coltivare quel sogno chiamato calcio e a vedere i miei figli crescere. Senza tralasciare il calore delle migliaia di persone che mi sono state vicino e, soprattutto, quella fede che già una volta, per me, è stata decisiva».

«Grazie ancora a tutti e, rivolgendomi a Colui che ci guida da lassù, non posso che dire, a prescindere da chi segnerà il golden-gol nella partita più importante, “Architetto, grazie per questo momento”: mi ha aiutato a riscoprire ciò che è davvero importante nella vita di una persona. Farò tesoro anche di questo insegnamento. Aspettatemi perché proverò a tornare sulla mia panchina».

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