La Nuova Sardegna

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CUS CAGLIARI

Stefano Arrica eletto presidente

Il suo team conquista 22 voti su 43. E a fine disputa vince il fair play

15 giugno 2015
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CAGLIARI. Stefano Arrica al timone del Cus Cagliari. Mezzo secolo dopo il padre Andrea - tra i fondatori del sodalizio universitario – è il presidente fino al 2018. Arrica batte la lista di Alberto Russo e succede ad Adriano Rossi, presidente onorario per acclamazione. L’11 giugno 2015 è data storica per il centro sportivo dell’ateneo di Cagliari. Arrica e il suo team colgono 22 voti su 43. Un bel gol.

«Sarò il presidente di tutti per il bene del Cus», le prime parole del numero uno. La disputa, a tratti spigolosa, con gli avversari si chiude nel fair play. «Lascio dopo 52 anni, da atleta e dirigente. Il direttivo tenga a mente università e studenti. Il Cus ha bisogno di tutti, ricompattatevi» il monito di Rossi.

Bersaglio centrato. Marcello Vasapollo (consigliere nazionale Cusi, a capo del basket femminile reduce dai play off A1), Nicola Coiana (ortopedico, guida medici sportivi universitari, figlio di Leonardo, compianto presidente Cusi), Corrado Ancis (pluricampione scherma), Renato Figari (avvocato e figlio di Vittorio, tra i fondatori del Cus), Aristeo Marras, Roberto Zanda e Tonio Demontis: gli Arrica boys hanno professionalità, esperienze culturali e sportive di pregio.

Si riparte. Prosegue il film con salite impervie e sfide vincenti. «I nostri impianti sono tra i migliori in Italia, da 15 anni la squadra femminile di atletica è in A, le ragazze del basket in A1, circa 100mila presenze annue, a Ateneika 2015, i giochi di facoltà, in nove giorni hanno partecipato 15mila tra atleti e spettatori» snocciola Gepi Spanedda, prof universitario e fondatore.

L’assemblea applaude il passaggio di testimone da Rossi al suo vice, Arrica. Poi il delegato del rettore, Gianfranco Tore e Rossi ricordano Andrea Arrica, Lilli Coiana, Vittorio Figari, Bebo Zucca: »Il Cus senza di loro non ci sarebbe». E Arrica: «Dateci fiducia e un po’ di tempo, ci attende un lavoro duro e importante».

Mario Frongia

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