Sacchetti non ci sta «Decisioni dubbie nel momento clou»
Il coach sassarese: «Abbiamo avuto alti e bassi ma a tratti si è rivisto lo spirito della vecchia Dinamo»
TORINO. «Noi superiori in tutte le voci dello scout? Conta davvero poco, non è una consolazione». Meo Sacchetti la prende larga, prova ad analizzare il meglio e il peggio della prestazione della sua squadra, ma l’argomento caldo è il pasticcio accaduto nell’ultimo minuto. «Onestamente non so cosa dica esattamente il regolamento in questi casi – spiega il coach della Dinamo –, di certo se la mia squadra attacca con 6 secondi nel cronometro anzichè 14 io faccio fermare il gioco e chiedo agli arbitri di correggere l’errore».
Non è l’unico motivo di rammarico per l’allenatore del Banco di Sardegna. «L’ultima azione, con il tiro di Haynes, è stata molto dubbia». Impossibile tirare fuori qualcosa in più a Sacchetti a proposito della tonnara in cui è finito il play biancoblù: «Dico solo che è stata un’azione dubbia», ripete.
Poi la partita: «Abbiamo avuto problemi di falli sin dall’inizio della partita – dice ancora Sacchetti, accolto a Torino da grandi applausi del suo vecchio pubblico –. I lunghi faticavano a entrare in partita, allora abbiamo recuperato un po’ con un quintetto diverso, più basso. Sì, ci sono stati molti alti e bassi, anche a livello di singoli. Varnado? Penso che abbia bisogno di togliere un po’ la ruggine dovuta a una stagione in cui non è stato impegnato con continuità»
Per la Dinamo non è tutto da buttare, comunque. Quanto siamo lontani dall’idea di squadra che lo staff e la società avevano al momento di costruire il nuovo roster? «Non siamo andati così male. Da quello che si è visto soprattutto nel primo tempo dobbiamo mordere di più in difesa e soprattutto abbiamo bisogno di rendere più rapida la transizione: dal rimbalzo o da una palla recuperata bisogna partire con maggiore velocità. Non posso dire di essere preoccupato – assicura Sacchetti –, lo sarei se avessimo perso di 10-12 punti senza entrare in partita. Invece non è andata così».
Sotto di 11, poi sopra, poi di nuovo sotto, poi a un tiro dalla vittoria. Ancora un match in altalena. «In questa fase della stagione non si può essere perfetti, ma siamo rientrati in partita e abbiamo avuto il tiro per portarla a casa. Da questo punto di vista lo spirito Dinamo c’è, eccome. Andiamo avanti senza fare drammi. Di certo dopo una sconfitta come questa resta l’amaro in bocca».
Il vincitore Max Menetti, che è finalmente riuscito a battere la Dinamo dopo due sconfitte in Coppa Italia e quella nella finale scudetto, è visibilmente soddisfatto: «Ho visto i miei ragazzi subito con le facce giuste – dice –. Siamo andati molto bene nei primi due quarti, anzi avremmo dovuto raccogliere qualcosa di più. Nell’ultimo invece abbiamo avuto un mix di lucidità e freddezza. Sono contento anche perché, con quella di Eurochallenge due stagioni fa e quella per lo scudetto, siamo alla terza finale in tre anni».
A.Si.