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Palazzi: «Lo sport educhi alla legalità»

Palazzi: «Lo sport educhi alla legalità»

Prima della festa lezione magistrale del procuratore federale della Federcalcio. Applausi per la Dinamo e Fabio Aru

30 novembre 2015
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ORISTANO. Educare i giovani alla legalità, anche nel calcio. E non permettere che chi denuncia le storture del sistema sia emarginato e non possa più trovare il suo posto nel mondo del pallone. Due messaggi cruciali, che arrivano direttamente dal procuratore federale Stefano Palazzi. È stato lui, l'uomo che ha di fatto condannato la Torres alla serie D, il relatore di punta del corso di formazione «Giovani e sport pulito. Regole, fair play, responsabilità dei dirigenti e dei media: vietato imbrogliare», organizzato a Oristano dall’Unione della stampa sportiva italiana della Sardegna e dall’Ordine dei giornalisti.

«Anche i media hanno un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura della legalità e nel far conoscere all’opinione pubblica gli esempi positivi. Come a suo tempo il giocatore del Cagliari Fabio Pisacane, o il più famoso Simone Farina: sono esempi importantissimi di giocatori che hanno permesso di accertare un illecito sportivo, casi di uomini coraggiosi che la stampa deve assolutamente contribuire a non lasciare isolati— ha aggiunto Palazzi —. Il sogno di tutti quanti noi è di far lavorare la giustizia sportiva il meno possibile, proprio perché non ci siano più casi del genere. Far capire ai ragazzi che esiste il loro diritto-dovere di rifiutare comportamenti scorretti è una delle missioni del mondo del calcio. E le federazioni di A, B e del calcio professionistico sono impegnate in tante iniziative volte a sensibilizzare proprio i più giovani in tal senso».

Ai lavori hanno partecipato anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi, il pubblico ministero della Procura e di Cagliari Paolo De Angelis e l’avvocato e vicepresidente della Corte di giustizia federale Carlo Porceddu, oltre al presidente Ussi Sardegna Mario Frongia. Poi è andata in scena la festa per i risultati ottenuti dallo sport sardo nel 2015.

Il primo premio è stato consegnato, ed era il più simbolico visto il tema della giornata, al piccolo Fabio Tosi. Gioca nell’Atletico Olbia e l’anno scorso, nella categoria Pulcini, ha fermato il match per segnalare all’arbitro un rigore a favore della squadra avversaria. Poi ci sono stati anche i premi consegnati a campioni del calibro di Brian Sacchetti della Dinamo campione d’Italia, al vincitore della Vuelta Fabio Aru, all’azzurra oristanese della pallavolo Alessia Orro, per la sua vittoria con la Nazionale ai mondiali giovani. Nel finale è arrivato anche il portiere del Cagliari, Massimo Storari, che dopo il brutto infortunio di Daniele Dessena sabato sul campo del Brescia, avrà l’onere di essere il capitano di un Cagliari deciso a risalire in Serie A. «Daniele, con il suo carisma e la sua semplicità – ha detto Storari – , ci ha dato tanto e tornerà a darci tanto. Per me è un onore indossare la fascia, già cercavo di assolvere al mio compito di leader senza e forse Daniele mi ha scelto proprio per questo, anche se avrei preferito che le cose restassero come prima. Ci rialzeremo presto dopo la brutta sconfitta di Brescia, condizionata dallo shock per il terribile infortunio capitato a Daniele. Non avevo mai visto una cosa del genere in 38 anni di calcio».

Caterina Cossu

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