La Nuova Sardegna

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Da Indian Wells la rivoluzione generazionale

di CLAUDIO GIUA

Il torneo californiano nel segno dei giovani Spuntano nuovi protagonisti. Oggi le finali

20 marzo 2016
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Serena Williams o Vika Azarenza, se uno dei Top Four o il migliore dei Giovani Leoni. Quel che conta è che entrambi i tabelloni di 128 caselle (a Indian Wells si gioca con 32 bye, consentendo alle altrettante teste di serie di saltare il primo turno) proponevano fin dall’inizio significative assenze e che, turno dopo turno, si sono fatti avanti protagonisti in parte inattesi.

Tra le donne mancavano Flavia Pennetta, classe 1982, qui trionfatrice nel 2014 grazie al successo per 6-2 6-1 su Agnieszka Radwanska, e Maria Sharapova, classe, 1987, che l’anno precedente aveva umiliato in finale Caroline Wozniacki (6-2 6-2). La brindisina ha deciso di ritirarsi dopo la vittoria agli ultimi UsOpen, la siberiana cresciuta in Florida resterà fuori per almeno un paio di stagioni per aver usato una sostanza dopante durante gli Australian Open di gennaio.

Due assenze che da sole stravolgono il contesto competitivo. Nel corso del torneo sono inoltre emersi due talenti in parte inattesi. Daria Kasatkina, da domani numero 38 al mondo con un balzo in avanti di dieci gradini, nata 18 anni fa nell’ex Togliattigrad ora Tolyatti, aveva fortunosamente esordito come lucky loser sei mesi fa a Flushing Meadows e nel 2016 aveva ceduto solo a Venus Williams al terzo turno di Melbourne e raggiunto la semifinale a San Pietroburgo.

A Indian Wells Daria s’è spinta fino ai quarti eliminando via via Daniela Hantuchova, Anna-Lena Friedsam, Monica Puig e la testa di serie numero 12 Timea Bacsinsky. A Indian Wells l’ha fermata l’altra quasi-sorpresa, la testa di serie 18 Karolina Pliskova, ceca, 24 anni domani, con un netto 6-3 6-2. Reduce dalla semifinale australiana, suo miglior risultato in carriera, la più forte delle gemelle Pliskova (l’altra è Kristina, attualmente 103 del ranking Wta) si conferma così nel gruppo di quante, nate negli anni 90, sono tra le Top 20: più su di lei si piazzano Garbine Muguruza, Wta 4, classe 1993; Simona Halep, 5, 1991; Belinda Bencic, 8, 1997; la "veterana" Petra Kvitova, 9, 1990; Elena Svitolina, 14, 1994.

In campo maschile le novità risultano persino più significative. Assente Roger Federer per infortunio, fuori gara Andy Murray già al terzo turno - ma al suo secondo match - per mano del sorprendente argentino Federico Delbonis, i soli Top Ten a tenere il ritmo sono stati Novak Djokovic, classe 1987, e Rafael Nadal, 1996.

Gli altri due semifinalisti sono nati negli anni Novanta - entrambi del dicembre 1990 - come finora non era mai accaduto in uno Slam o a Indian Wells: sono il belga David Goffin, da domani numero 15 Atp, e il canadese Milos Raonic, 14. Se fiscalmente consideriamo Kei Nishikori, nato il 29 dicembre 1989, escluso dai nati nell’ultimo decennio del millennio, David e Milos più l’austriaco Dominic Thiem, Atp 13, classe 1993, e l’australiano Bernard Tomic, 20, 1992, costituiscono l’avanguardia dei Giovani Leoni già installata tra i Top 20.

Toccherà a questi ragazzi, con i rinforzi di Nick Kyrgios, Jack Sock, Alexander Zverev, Borna Coric e Taylor Fritz, tentare l’attacco al Palazzo d’Inverno del tennis.

@claudiogiua

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