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Antipatici e impossibili da battere: ecco la grande eredità dei “Bad Boys”

di Roberto Sanna

di Roberto Sanna Un anno fa la Sardegna è diventata antipatica anche nel basket, dopo esserlo stata nel calcio nel 1970. Anche la Dinamo, come il Cagliari, ha allungato le mani su qualcosa di...

27 giugno 2016
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di Roberto Sanna

Un anno fa la Sardegna è diventata antipatica anche nel basket, dopo esserlo stata nel calcio nel 1970. Anche la Dinamo, come il Cagliari, ha allungato le mani su qualcosa di proibito. Va bene essere simpatici, cordiali, esportare il sole e il mare. Va bene anche giocare i playoff. Ma quando cominci a fare sul serio, i sorrisi e le pacche sulle spalle si trasformano e l’atteggiamento degli altri cambia.

Gigi Riva era un eroe nazionale quando indossava la maglia azzurra ma con quella rossoblù è stato vittima di furti, soprusi e trattamenti pesanti. Quel Cagliari di Scopigno ha vinto uno scudetto accompagnato dal grido “pecorai” e così ha fatto anche la Dinamo, che per sette partite è stata insultata dai tifosi milanesi, capaci di fischiare i biancoblù perfino nei saluti finali della semifinale. Quando cominci a far capire che fai sul serio, che non sei in campo per fare la mascotte o la squadra simpatia, che non vuoi essere il Benny Hill di turno, allora cambia tutto. Specie se oltre a provarci, vinci sul serio. Succede che i tifosi avversari ti fischiano, che squadre potenti come l’Olimpia Milano si lamentano addirittura degli arbitraggi, che quelle sconfitte in finale come Reggio Emilia si accreditano di superiorità morali in base a non si sa quali motivi. Un prezzo che si paga volentieri, significa essere entrati in un club ristretto, quello di chi vince qualcosa di importante.E la Dinamo l’anno scorso ha esagerato, ha vinto tutto, ha fatto schiumare di rabbia qualsiasi rivale: i ricchi, i potenti, i sognatori, i puristi, i tradizionalisti. Quella squadra aveva mille difetti, inutile stare a rivangare episodi, giocatori e momenti che si sono succeduti in una stagione difficilissima dal punto di vista emotivo più che tecnico. Però quando contava davvero quei “Bad Boys” sapevano guardarsi negli occhi e trasmettersi l’assoluto rifiuto della sconfitta. Hanno vinto lo scudetto partendo dal quinto posto, hanno vinto due volte in trasferta in gara7, hanno giocato partite tre overtime pazzeschi contro Reggio. Quando sembravano morti si rialzavano sempre, gli avversari non sapevano più come fare per abbatterli.

Conserviamo l’eredità anche negli anni della ricostruzione. Perché la Dinamo deve ancora crescere e imparare tanto, ma una cosa sicuramente l’ha capita: come si vincono i trofei. Per essere simpatici, in fondo, c’è sempre il terzo tempo nella Club House.

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