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di Guido Piga

OLBIA. «Mi è piaciuta, sì. Ora speriamo che anche in trasferta faccia altrettanto». Si parla dell’Olbia. La partita con il Livorno, vinta 1-0, è appena finita. È il secondo successo dei bianchi, il...

27 settembre 2016
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OLBIA. «Mi è piaciuta, sì. Ora speriamo che anche in trasferta faccia altrettanto». Si parla dell’Olbia. La partita con il Livorno, vinta 1-0, è appena finita. È il secondo successo dei bianchi, il secondo colto al vecchio Nespoli dopo quello contro la Pro Piacenza. Le due sconfitte le ha incassate fuori casa: contro il Renate contro la Lupa Roma.

Chi ragiona su questo doppio andamento - forte sul campo amico, più incerta su quelli avversari - non è uno qualunque: è Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, presente al Nespoli per il partitone che dà punti e più ancora fiducia ai bianchi (ora in classifica a 8 punti, in zona playoff: ma è presto, molto presto, per fare voli pindarici).

Giulini, insieme al presidente dei bianchi Alessandro Marino, confessa di essersi divertito. Davanti ha visto una squadra. Vera. Battere il Livorno, rimaneggiato, sì, ma con in campo giocatori di serie B, non è stato un caso. Certo, gli episodi - quelli che in un campionato livellato come la serie C fanno spesso la differenza, come ripete non a torto mister Michele Mignani - hanno avuto un loro ruolo. Ma prendere due legni (traversa di Miceli, palo di Cossu), impegnare un super portiere come quello del Livorno (decisivo sempre su Cossu), testimoniano che l’Olbia la vittoria se l’è cercata, e meritata.

E allora, una riflessione si impone. C’è qualcosa, al netto degli episodi, da migliorare sotto il profilo psicologico: essere più forti in trasferta, per esempio. Ma c’è qualcosa che l’Olbia ha in abbondanza: un’idea di gioco, praticata da interpreti che sanno toccare il pallone come pochi. Qualcosa che nessuno, né allenatori, né maghi, possono dare a una squadra.

Anzi, il gioco sì: ed è merito di Mignani se l’Olbia gioca palla a terra, di prima, proponendo una discreta varietà di soluzioni d’attacco. Non sempre concretizzate, dagli attaccanti: vero. Ma con il rientro di Ragatzu, l’Olbia ha fiducia che i gol arriveranno con maggiore continuità.

Anche perché l’altro punto dell’Olbia, la tecnica, prima o poi primeggerà anche contro avversari tosti, tutto fisico (caratteristica, quella dell’altezza media, che fa difetto ai bianchi). Il centrocampo bianco è di prim’ordine. Geroni è uno di lotta e governo, davanti alla difesa: e ha piedi buoni. Muroni, come mezzala, è efficace nel contenimento e negli inserimenti. L’altra mezzala, Piredda, è un talento puro: con il pallone fa quello che vuole, e quando non si farà ammonire sarà ancora più letale per gli avversari. E poi Cossu, un extraterrestre per la categoria. Vittoria a parte, la partita con il Livorno lascia all’Olbia un sicuro avvenire.

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