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Olbia, niente drammi ma difesa e attacco sono spesso in crisi

di Guido Piga
Olbia, niente drammi ma difesa e attacco sono spesso in crisi

Contro la capolista Alessandria sono emersi alcuni limiti poco cinismo sotto porta, retroguardia ancora ballerina

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OLBIA. Nessun dramma, nessuna autoassoluzione. La quinta sconfitta dell’Olbia in dieci partite, la prima subìta al Nespoli, ha bisogno di un esame sereno, ma, allo stesso tempo, sincero.

Primo punto: l’Olbia è una matricola della serie C, costruita per giunta in fretta e furia, e che potesse erderecontro la capolista Alessandria era assai probabile. È andata così: non è il caso di abbattersi più di tanto. Un po’ perché i bianchi, per un’ora, hanno giocato alla pari con i grigi: e nessuno può dire se per merito dei primi o demerito dei secondi. Un po’ perché la classifica non è delle migliori, ma neppure allarmante.

Secondo punto: è vero che spesso le sconfitte dell’Olbia sono frutto di episodi sfortunati (e anche il secondo gol dell’Alessandria rientra in parte in questo caso), ma è altrettanto vero che la difesa (15 gol incassati) commette molti errori e che l’attacco (11 gol segnati, 3 dei quali da un centrocampista e 2 da un difensore) spreca le poche occasioni che ha.

L’Olbia avrebbe potuto essere più efficace in attacco contro l’Alessandria? Sì, e anche più cinica. Già al 3’ avrebbe potuto segnare. I grigi hanno fatto un regalo (sarà l’unico di tutta la partita) e i bianchi non l’hanno sfruttato. Palla lunga, i difensori Piccolo e Gozzi sbagliano: la sfera è sui piedi di Capello, dagli undici metri, davanti al portiere. Un rigore in movimento: Capello tira fuori. Succede, certo: ma sono errori che pesano.

La difesa è esente da colpe, come i giocatori dell’Olbia hanno voluto rimarcare alla fine della partita? È comprensibile (e giusto, dal loro punto di vista) che i giocatori facciano muro contro le critiche. Così ha fatto Dametto. Ma, allo stesso tempo, è corretto mettere in luce che cosa non va. Sul primo gol dell’Alessandria - a parte l’errore (ammesso) del portiere debuttante Carboni - la difesa ha pasticciato: azione sulla destra, palla in area, Dametto si muove per allontanarla, ma Miceli lo anticipa e rinvia in modo debole sui piedi di Branca che, senza il pressing di alcun centrocampista bianco, la controlla ai 25 metri, avanza ai 20 metri e calcia. Si poteva fare meglio o no?

Sul secondo gol dell’Alessandria, altri errori (e anche la sfortuna). L’ex Cazzola lancia sulla destra Nicco, che salta Cotali, il quale cade pure, e Miceli; poi crossa, palla a Gonzalez che si gira di sinistro e, con la deviazione di Dametto, insacca all’angolino sinistro. Il terzo gol dei grigi dà l’idea di come la difesa soffra. Celjak (un difensore) è in aria, calcia, Miceli respinge debolmente; palla ancora a Celjak che salta Dametto, scambia con Marras, il quale a sua volta anticipa l’intervento di Miceli e ripassa la palla a Celjak: il suo tiro è imparabile. Il quarto gol, infine, nasce da un retropassaggio errato di Pinna, Gonzalez brucia Dametto e insacca.

Questi sono i fatti, inoppugnabili. Si può discutere solo su un punto: è tutta colpa della difesa, o viene meno il filtro del centrocampo?

L’Olbia deve allarmarsi alla vigilia della dura trasferta a Como? No, non è il caso di fare drammi. La classifica (11 punti, solo 2 in più della zona playout) non è delle migliori, ma c’è il tempo e ci sono i mezzi per recuperare. La trasferta di Como, contro una squadra tosta (ha 18 punti), chiude un ciclo di ferro per i bianchi, dopo le sfide con Cremonese e Alessandria. Solo allora comincerà il vero campionato dell’Olbia. Una squadra che, al netto dei limiti, ha una caratteristica: gioca bene al calcio. E ha nel suo organico un fenomeno che nessuno ha: Andrea Cossu. Non è poco.

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