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Federico Pasquini: con Pesaro più continui

di Antonello Palmas
Federico Pasquini: con Pesaro più continui

Al PalaSerradimigni la Dinamo vuole ritrovare energia e difesa: «Problemi se ci disuniamo»

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SASSARI. «Gli infortunati? Non mi interessa, anche se fossimo in quattro occorre scendere in campo per vincere». Davanti a microfoni e taccuini Federico Pasquini mostra una risolutezza che sicuramente vorrebbe trasferire sul parquet domani, quando al Palaserradimigni la Dinamo affronterà Pesaro in una sfida spartiacque. Il coach ha fretta di resettare quanto mostrato nelle due trasferte di Cantù e Szolnok, entrambe condite da sconfitte, dove è venuta meno quella solidità e capacità di gestire le situazioni che sino all’altro giorno sembrava (e probabilmente lo è davvero) la forza di questo gruppo. Ma senza cercare alibi.

Problemi a rimbalzo e calo di intensità nel finale sono stati il comune denominatore delle ultime due uscite: «Dobbiamo essere più concreti quando gli avversari mettono più energia nei rimbalzi offensivi – ha spiegato Pasquini –. Abbiamo dei gap soprattutto quando ci disuniamo e alterniamo momenti di grande difesa a momenti di minore intensità. L'obiettivo è diventare lineari per tutti i 40’ con la difesa che dà ritmo all'attacco, solo così diventiamo una squadra vera». Non vuol sentire parlare né di infortuni né di arbitraggi: «Il mio lavoro è risolvere i problemi e accelerare il processo per diventare squadra. Dobbiamo lavorare per essere più concreti quando la partita ti mette davanti delle difficoltà».

E la Vl Pesaro di coach Bucchi, una sola vittoria in quattro gare, sarà un valido test per valutare se la lezione sia servita: «Pesaro ha un mix di giovani americani interessanti che hanno possibilità di mettersi in luce nella lega italiana. Quest'anno il passaggio dal 5+5 al 3+4 ha incrementato questo processo, con giocatori europei che possono aiutare gli altri a crescere prima. Hanno vinto la prima contro Brescia e poi perso due partite tirate a Torino e Cantù e l'ultima con Avellino in casa. Dovremo approcciare da subito nella maniera giusta la partita perché è un avversario pericoloso». Spiega il coach: «Ha cambiato, ma ha sempre la filosofia dei tre piccoli sul perimetro bravi a creare, con Harrow, Thornton e Fields capaci di coprire un paio di ruoli, uniti a grande forza fisica sotto canestro con Knoko, vera rivelazione a rimbalzo, e Jones, che sta facendo da prima punta offensiva. Ma attenzione anche a Jasaitis, Zavackas e Gazzotti, tutti capaci di essere protagonisti».

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