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Antonio Giua, 28 anni, un arbitro emergente

Antonio Giua, 28 anni, un arbitro emergente

CALANGIANUS. Ore 20,30 di venerdì 28 ottobre, stadio Olimpico di Roma: finale della Supercoppa Primavera tra Roma e Inter, due delle società fra le migliori nell’investire nel calcio giovanile. L’arb...

30 ottobre 2016
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CALANGIANUS. Ore 20,30 di venerdì 28 ottobre, stadio Olimpico di Roma: finale della Supercoppa Primavera tra Roma e Inter, due delle società fra le migliori nell’investire nel calcio giovanile. L’arbitro è Antonio Giua di Olbia. Meglio sarebbe stato dire di Calanginus, visto che Antonio, classe 1988, ha sempre vissuto e vive, eccetto la pausa universitaria a Pisa per conseguire la laurea in ingegneria gestionale, a Calangianus.

E da Pisa, dopo aver iniziato l'attività arbitrale nel 2003 nella sezione di Olbia, ove è dirigente il fratello Ermanno, è davvero decollato per dare seguito alla sua grande passione: essere arbitro di calcio.

Giudicato due anni fu uno dei migliori arbitri emergenti italiani, «un sicuro patrimonio della Sezione ‘R. Gianni’ e di tutta l'Associazione pisana», è ora arbitro di Lega pro (serie C) e settimane fa era il quarto uomo in serie B in Brescia–Bari.

Con la direzione della più importante gara del settore giovanile di questo inizio di stagione, Giua ha compiuto un nuovo passo in avanti nella sua carriera. Una prestazione, la sua, all’0limpico davanti a 10.000 spettatori, davvero importante: imperioso nel gestire la gara, oculato e capace nel districarsi nelle situazioni più difficili, sempre vicino all’azione, nessuna protesta sul rigore dell’1-0 assegnato alla Roma.

«In campo i migliori giocatori del calcio giovanile italiano - hanno commentato i telecronisti - ma anche uno dei migliori giovani arbitri. Occorre avere il coraggio di lanciarli».

Antonio domeniche fa era sugli spalti del Signora Chiara. Seguiva con attenzione l’arbitro ed i suoi collaboratori. Astraendosi da tutto. Nell’intervallo affabile come sempre. Calangianus lo segue con affetto, si tifa anche per un arbitro. Il signor Antonio Giua di Olbia, pardon di Calangianus. (p.z.)

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