Due sole stelle americane in un roster di campioni fatti in casa
SASSARI. La Dinamo torna in Serbia, sul parquet della mitologica Pionir Hall di Belgrado dove già aveva affrontato il monumento Stella Rossa. È il Partizan, squadra altrettanto blasonata e fascinosa,...
SASSARI. La Dinamo torna in Serbia, sul parquet della mitologica Pionir Hall di Belgrado dove già aveva affrontato il monumento Stella Rossa.
È il Partizan, squadra altrettanto blasonata e fascinosa, il team coprotagonista sulla scena della settima giornata (l’ultima del girone di andata) della Basketball Champions League. Una squadra che interpreta una pallacanestro semplice basata su semplici concetti, ensemble che soprattutto in fase di finalizzazione si affida all'estro individuale, alle giocate del singolo.
Il Partizan di coach Aleksander Dzikic ha una grande propensione al gioco interno e all'uno contro uno, e non è certo – almeno sulla carta – il tiro dai 6.75 la peculiarità più spiccata della formazione serba.
Sono solo due i giocatori americani inseriti nel roster Partizan: Hatcher e Robinson. Il primo è un playmaker che bada poco alla costruzione del gioco ma mette in mostra spiccate doti di realizzatore, amante del pick n' roll funzionale alla costruzione del tiro e, al contempo, al servizio dei compagni. Il secondo è un esterno veterano della palla a spicchi del vecchio continente, elemento duttile che sa fare un po' di tutto rendendosi utile in difesa, andando a rimbalzo o scegliendo la via della giocata personale.
Buono l'impatto sulla manovra offerto anche da Bircevic, un'ala/centro dalle grandi qualità tecniche che nelle ultime due stagioni ha avuto una crescita esponenziale. E ancora Velickovic, prospetto serbo fra i migliori d'Europa, che dopo un passaggio a vuoto successivo all'esperienza al Real Madrid sembra aver ritrovato la fiducia dei tempi migliori. Senza dimenticare Ratkovica, il vero regista del Partizan, giocatore di taglia con ottima qualità di passaggio e capacità di tiro dall'arco.
Sotto canestro la Belgrado di Champions si affida ai 210 centimetri di Lukovic, solido, ruvido, tendenzialmente grezzo tecnicamente ma con buona attitudine a rimbalzo. Interessante la pattuglia di under 25 a disposizione di coach Dzikic, su tutti Marinkovic, guardia classe '97 con fisicità e talento offensivo, destinato all'Olimpo europeo, e non solo. Ci sono poi l'ala Andric, Pot, Koprivica e i bosniaci Vrbac e Karahodiz, ala centro classe 96 da tenere d'occhio sotto i tabelloni.
Giovanni Dessole