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La nuova Dinamo non si pone limiti

di Andrea Sini
La nuova Dinamo non si pone limiti

Basket, dopo la larghissima vittoria contro il Benfica i sassaresi di Esposito ora hanno Reggio Emilia nel mirino

05 ottobre 2018
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SASSARI. La priorità, al momento, è procurarsi una bella bilancia. Quanto “pesa” davvero la Dinamo? Quanto è attendibile la vittoria straordinariamente netta nei confronti del Benfica? All’indomani del primo match di qualificazione alla Fiba Europe Cup, che segue la lunga serie di vittorie di prestigio del precampionato, il quesito aleggia in maniera sempre più insistente dalle parti del PalaSerramigni. I 100 punti realizzati mercoledì sera ai lusitani, fermi a quota 66, hanno fatto sgranare gli occhi al pubblico biancoblù. Che inizia a pregustare una stagione di alto livello. Al di là dei facili entusiasmi, il vero valore del gruppo allenato da Enzo Esposito è ancora tutto da scoprire.

Il confronto. Se in casa Fiba in queste settimane la sfida tra i sassaresi e i lusitani veniva accreditata addirittura come una finale anticipata, con la Dinamo messa in cima alla lista delle pretendenti per la vittoria finale, il campo ha dimostrato – almeno per questa gara d’andata – che il confronto non è minimamente proponibile. La squadra di coach Esposito ha dominato in maniera netta da ogni punto di vista: fisico, tecnico, tattico e ovviamente mentale. Perché dopo i primi minuti di difesa traballante, i biancoverdi di coppa hanno affondato i colpi in maniera spietata: il break di 16-1 calato sul tavolo in avvio di secondo quarto ha spaccato la partita, con il Benfica che non è riuscito a trovare il canestro su azione per la bellezza di 5 minuti.

Un dominio netto. Di fatto la partita ha vissuto sul filo dell’equilibrio soltanto nei primi 4-5 minuti e i portoghesi di coach Alvarez sono riusciti a tenere il passo della Dinamo soltanto nel terzo quarto, pareggiato 19-19, ma con la Dinamo che era già stata capace di doppiare gli avversari, sul 50-25. Netto il dominio a rimbalzo (42-29), enorme la differenza nelle percentuali al tiro (60% contro 36%), gigantesco il gap a livello di fatturato prodotto: il confronto tra la valutazione di squadra dei due team dice 141-53.

Una squadra vera. Al Benfica mancava il centro titolare, l’esperto spagnolo Xavi Rey, d’accordo. E mettiamoci anche che forse la squadra portoghese alla fine possa essere meno forte di quanto si pensasse. Ma la sensazione è che la Dinamo, che comunque era priva del suo play titolare, Jaime Smith, abbia più meriti di quanti demeriti possano avere gli avversari. E infatti i dati più interessanti sono legati alle dinamiche interne del gruppo capitanato da Jack Devecchi: la distribuzione dei minutaggi e delle responsabilità, la varietà delle soluzioni e la chimica già raggiunta a livello difensivo. Coach Esposito ha tenuto in campo per oltre 20 minuti solo quattro giocatori (Petteway, Thomas, Spissu e Polonara), ma nessuno è andato oltre i 25’. Tutti i dodici sono entrate le rotazioni, ed escludendo il baby Re, si va dai 7’ di Diop ai 12’ di Magro e ai 14’ di Devecchi. Questo significa che il coach casertano conferma di avere l’abilità non comune di dare una chance a tutti, sempre. Altro dato: undici giocatori sono andati a referto, sei in doppia cifra, ma nessuno ha tirato più di 10 volte (10 tiri ciascuno per Petteway, Cooley e Thomas). Un segnale chiaro di come il gruppo sia privo di primedonne e di come l’impostazione da “tutti per uno, uno per tutti” data durante il precampionato sia già ampiamente acquisita.

Alla ricerca di conferme. Con il +34 sul Benfica la Dinamo mette un piede e tre quarti nella fase a gironi della Europe Cup, ma i quesiti sulla superiorità devastante dimostrata sul campo restano. Verità o finzione? Urge trovare una bilancia. Domenica pomeriggio, PalaBigi di Reggio Emilia è programma una “pesata” decisamente attendibile.

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