Pavoletti e Castro: il Cagliari ride
di Roberto Muretto
Con un gol per tempo i rossoblù domano il Chievo. Finale sofferto dopo la rete di Stepinski
29 ottobre 2018
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INVIATO A CAGLIARI. Una vittoria facile facile? No. Il Cagliari non si diverte se non si complica la vita. Ha messo i tre punti in cassaforte ed è questo alla fine ciò conta. Ma il calo di tensione avuto nel finale ha rischiato di rovinare la festa quando Stepinski ha riaperto una sfida che sembrava in ghiaccio da un pezzo. Una leggerezza da evitare in futuro perchè non sempre va a finire bene. Il Chievo è stato domato con una prestazione concreta, determinata, sfociata nei gol di Pavoletti nel primo tempo e dell'ex Castro nella ripresa. I rossoblù non hanno sottovalutato l'avversario, lo hanno aggredito sin dal primo minuto, impedendogli di ragionare. La squadra ha mandato segnali importanti al tecnico, che è comunque più preoccupato di analizzare il perchè ad un certo punto è stata staccata la spina. Restano negli occhi, 75' minuti giocati con attenzione, lo spirito giusto e la voglia di portare a casa un risultato di importanza capitale nell'economia del campionato. Alla fine lo stadio fa festa, i giocatori portano i figli in campo e il pubblico riempie tutti di applausi. Da domani testa alla gara contro i "marziani" della Juventus. Con la consapevolezza che nel calcio di impossibile non c'è nulla.
Forza Croazia. E' Srna l'unica novità nella formazione del Cagliari rispetto alla gara di Firenze. Il croato prende il posto di Faragò. Confermato sia l'ex Castro nel ruolo di trequartista che Joao Pedro seconda punta. Fa coppia con Pavoletti, papà da una settimana e motivatissimo. Bradaric dirige le operazioni in mezzo al campo, supportato da Barella e Ionita, che si scambiano spesso la posizione passando da una corsia all'altra. Nel Chievo, Hetemaj ha un piccolo problema durante la fase di riscaldamento, Ventura fa giocare Rigoni. Il modulo è il 3-5-2, Giaccherini in campo dall'inizio, Meggiorini e Stepinski le punte.
Monologo. Determinato, concreto, senza fronzoli. Il Cagliari comincia la partita come Maran gli aveva chiesto. Aggredisce il Chievo con un pressing altissimo, costringe gli avversari a stare nella loro metà campo e comincia a macinare un gran mole di gioco. Un atteggiamento che viene subito premiato con il gol di Pavoletti (il quarto su cinque di testa) che mette il match in discesa. I rossoblù non speculano sul vantaggio, continuano ad attaccare senza sosta, creando almeno altre due situazioni favorevoli che non sfruttano.
L'ex colpisce. Non è lo stesso Cagliari che ha cominciato la gara quello che torna in campo. La manovra è più compassata, qualche volta leziosa. Il Chievo prende coraggio e si fa vedere dalla parti di Cragno (paratona su Giaccherini), cosa che mai era riuscito a fare nella prima parte. Maran dalla panchina suona la carica, i rossoblù si scuotono. Arriva il raddoppio: lo firma Castro con un tiro dal limite di precisione chirurgica. L'argenino non esulta, meritava il primo gol in maglia rossoblù. Ventura è disperato non ha armi per opporsi ad un avversario padrone del campo. Ci prova inserendo Birsa per uno spento Meggiorini. Maran risponde con Cerri per Pavoletti e Cigarini per Bradaric, apparso un po' affaticato. Sostituzioni che si rivelano afftettate e creano qualche scompendo nel Cagliari che perde le distanze e si allunga.
Finale al cardiopalma. Il Cagliari tira i remi in barca e subisce il gol (Stepinski di testa lasciato da solo al centro dell'area)) che riapre una partita già finita. Un colpo basso che fa vivere gli ultimi minuti ai tifosi col cuore in gola. Un calo di tensione che non cancella la buona partita fatta dalla squadra, ma deve far riflettere per evitare che si ripeta. La vittoria era di fondamentale importanza ed è arrivata. Adesso si può guardare al futuro con più ottimismo, tenendo sempre i piedi per terra e migliorando le cose che non vanno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Forza Croazia. E' Srna l'unica novità nella formazione del Cagliari rispetto alla gara di Firenze. Il croato prende il posto di Faragò. Confermato sia l'ex Castro nel ruolo di trequartista che Joao Pedro seconda punta. Fa coppia con Pavoletti, papà da una settimana e motivatissimo. Bradaric dirige le operazioni in mezzo al campo, supportato da Barella e Ionita, che si scambiano spesso la posizione passando da una corsia all'altra. Nel Chievo, Hetemaj ha un piccolo problema durante la fase di riscaldamento, Ventura fa giocare Rigoni. Il modulo è il 3-5-2, Giaccherini in campo dall'inizio, Meggiorini e Stepinski le punte.
Monologo. Determinato, concreto, senza fronzoli. Il Cagliari comincia la partita come Maran gli aveva chiesto. Aggredisce il Chievo con un pressing altissimo, costringe gli avversari a stare nella loro metà campo e comincia a macinare un gran mole di gioco. Un atteggiamento che viene subito premiato con il gol di Pavoletti (il quarto su cinque di testa) che mette il match in discesa. I rossoblù non speculano sul vantaggio, continuano ad attaccare senza sosta, creando almeno altre due situazioni favorevoli che non sfruttano.
L'ex colpisce. Non è lo stesso Cagliari che ha cominciato la gara quello che torna in campo. La manovra è più compassata, qualche volta leziosa. Il Chievo prende coraggio e si fa vedere dalla parti di Cragno (paratona su Giaccherini), cosa che mai era riuscito a fare nella prima parte. Maran dalla panchina suona la carica, i rossoblù si scuotono. Arriva il raddoppio: lo firma Castro con un tiro dal limite di precisione chirurgica. L'argenino non esulta, meritava il primo gol in maglia rossoblù. Ventura è disperato non ha armi per opporsi ad un avversario padrone del campo. Ci prova inserendo Birsa per uno spento Meggiorini. Maran risponde con Cerri per Pavoletti e Cigarini per Bradaric, apparso un po' affaticato. Sostituzioni che si rivelano afftettate e creano qualche scompendo nel Cagliari che perde le distanze e si allunga.
Finale al cardiopalma. Il Cagliari tira i remi in barca e subisce il gol (Stepinski di testa lasciato da solo al centro dell'area)) che riapre una partita già finita. Un colpo basso che fa vivere gli ultimi minuti ai tifosi col cuore in gola. Un calo di tensione che non cancella la buona partita fatta dalla squadra, ma deve far riflettere per evitare che si ripeta. La vittoria era di fondamentale importanza ed è arrivata. Adesso si può guardare al futuro con più ottimismo, tenendo sempre i piedi per terra e migliorando le cose che non vanno.
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