Casa dolce casa: ora la Sardegna Arena è un fortino
di Roberto Muretto
Cagliari imbattuto sul proprio campo, la classifica migliora rispetto all’anno scorso. Segno più nei gol realizzati e subiti
31 ottobre 2018
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CAGLIARI. Quando la “Sardegna Arena” era in costruzione i giocatori del Cagliari dicevano: “Sarà il nostro fortino”. In realtà la scorso campionato non è stato così. Tante le sconfitte in casa, motivo per cui la salvezza è arrivata in extremis. Nella stagione in corso il trend è cambiato. Dopo dieci giornate (così come esplicita la tabella a fianco) i rossoblù sono imbattuti nelle gare interne, hanno messo in cassaforte nove punti contro i sei di un anno fa, segnando più gol e subendone meno. Una inversione di marcia importante per una squadra che ha come principale obiettivo il mantenimento della categoria. Traguardo che va raggiunto sfruttando il più possibile il fattore campo.
Solidità. Il Cagliari è migliorato sul piano della personalità, ma soprattutto a livello tattico. La squadra ha un atteggiamento aggressivo, tiene (ancora non per tutti i 90’) le distanze tra i raparti, ha aumentato il livello di esperienza soprattutto nella fase difensiva con gli innesti di Srna e Klavan. Anche se ogni tanto ci sono amnesie. Un esempio il gol di Stepinski domenica scorsa. Facendo un salto indietro con la memoria di qualche mese, il dato interessante è questo: agli avversari vengono concesse la metà delle occasioni da rete rispetto alla scorsa stagione. Non è un dettaglio ma un’altra conferma della crescita sul piano tattico e nella interpretazione delle singole partite.
Gestione. Nel torneo scorso dopo dieci turni il Cagliari aveva vinto tre volte, incassando sette sconfitte, delle quali tre sul proprio campo. Non c’eramo mezzi termini, vincere o perdere. Con Maran è cambiato l’atteggiamento, la squadra ha imparato a soffrire e ha capito che quando portare a casa in tre punti non è possibile, bisogna accontentarsi del minimo senza correre rischi. È successo a Firenze e alla “Sardegna Arena” con la Sampdoria. Gare che i rossoblù avrebbero potuto vincere ma anche perdere se avessero osato troppo.
Verso la Juventus. Una sfida impossibile quella con i campioni d’Italia. Frase fatta? No, semplicemente se si guarda in faccia la realtà, le possibilità che il Cagliari possa uscire indenne da Torino non sono molte. Maran, però, non è un allenatore che si arrende prima di combattere. «Anche loro hanno qualche punto debole - ha detto recentamente - proveremo a farlo diventare un nostro vantaggio». E su Ronaldo ha aggiunto: «Il mio pensiero è quello di capire come possiamo limitarlo». Frasi che esprimono senza segreti la filosofia del timoniere rossoblù, la stessa che sta trasmettendo al gruppo che lo segue senza esitazioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Solidità. Il Cagliari è migliorato sul piano della personalità, ma soprattutto a livello tattico. La squadra ha un atteggiamento aggressivo, tiene (ancora non per tutti i 90’) le distanze tra i raparti, ha aumentato il livello di esperienza soprattutto nella fase difensiva con gli innesti di Srna e Klavan. Anche se ogni tanto ci sono amnesie. Un esempio il gol di Stepinski domenica scorsa. Facendo un salto indietro con la memoria di qualche mese, il dato interessante è questo: agli avversari vengono concesse la metà delle occasioni da rete rispetto alla scorsa stagione. Non è un dettaglio ma un’altra conferma della crescita sul piano tattico e nella interpretazione delle singole partite.
Gestione. Nel torneo scorso dopo dieci turni il Cagliari aveva vinto tre volte, incassando sette sconfitte, delle quali tre sul proprio campo. Non c’eramo mezzi termini, vincere o perdere. Con Maran è cambiato l’atteggiamento, la squadra ha imparato a soffrire e ha capito che quando portare a casa in tre punti non è possibile, bisogna accontentarsi del minimo senza correre rischi. È successo a Firenze e alla “Sardegna Arena” con la Sampdoria. Gare che i rossoblù avrebbero potuto vincere ma anche perdere se avessero osato troppo.
Verso la Juventus. Una sfida impossibile quella con i campioni d’Italia. Frase fatta? No, semplicemente se si guarda in faccia la realtà, le possibilità che il Cagliari possa uscire indenne da Torino non sono molte. Maran, però, non è un allenatore che si arrende prima di combattere. «Anche loro hanno qualche punto debole - ha detto recentamente - proveremo a farlo diventare un nostro vantaggio». E su Ronaldo ha aggiunto: «Il mio pensiero è quello di capire come possiamo limitarlo». Frasi che esprimono senza segreti la filosofia del timoniere rossoblù, la stessa che sta trasmettendo al gruppo che lo segue senza esitazioni.
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