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Banco disordinato e spuntato l’aperitivo gli va di traverso

di Andrea Sini
Banco disordinato e spuntato l’aperitivo gli va di traverso

Dopo 3 vittorie i biancoblù inciampano (59-65) nel match di mezzogiorno contro Trieste Gara condizionata dalle pessime percentuali al tiro dei sassaresi, che crollano nel finale

14 ottobre 2019
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SASSARI. Troppo brutta per essere vera, troppo molle, disordinata e imprecisa per non cogliere tutti di sorpresa. Prima di tutto se stessa. Dopo cinque vittorie in cinque gare ufficiali, la Dinamo frena bruscamente: il matinée del PalaSerradimigni finisce con la vittoria per 59-65 della Pallacanestro Trieste, sino a ieri ultima con zero punti.

Mani di burro. Avete letto bene: 59 punti segnati dai sassaresi, appena 24 in tutto il secondo tempo. Per ritrovare una Dinamo da meno di 60 punti in una gara interna di campionato bisogna risalire addirittura a 5 anni e mezzo fa, quando l’Olimpia Milano vinse gara4 della semifinale playoff al palazzetto per 56-63. Questo solo per dire che il Banco ha giocato straordinariamente male in attacco, torturando senza pietà il ferro del canestro avversario: 2 su 22 da 3 (9%), con Jerrells, Vitali, Gentile e Pierre che tutti insieme hanno prodotto un inguardabile 0/14. Non solo: Pierre e compagni hanno prodotto anche la bellezza di 19 palle perse, a fronte di appena 6 recuperi. Cifre che avrebbero affondato chiunque, anche una Dinamo ancora una volta straripante a rimbalzo (51-33) e capace di stare comunque avanti per oltre 35 minuti.

Dietro il flop. La sensazione è che il motore della Dinamo abbia girato fuori ritmo per lunghi frangenti, nel contesto di una partita molto intensa ma - complessivamente - di rara bruttezza. Nessun dramma in casa biancoblù, dove un passo falso non scalfisce in alcun modo le certezze costruite in questi mesi. Coach Gianmarco Pozzecco in sala stampa si è assunto la responsabilità della sconfitta “per non avere preparato bene la gara”. In realtà qualche scelta discutibile da parte del Poz c’è stata, ma durante la partita: come la decisione di togliere dal campo nell’ultimo quarto un Gentile in quel momento molto in palla, per un Jerrells completamente fuori partita. L’errore è stato corretto 3 minuti dopo, ma proprio in quel frangente Trieste ha preso fiducia e cambiato passo, riuscendo a trovare 3 triple consecutive e il ritmo giusto in difesa.

La partita. Jerrells parte in quintetto al posto di Spissu, insieme ai soliti Vitali, Pierre, Evans e Bilan. Entrambe le quadre difendono duro, il Banco parte discretamente e prende il comando grazie a un Bilan molto preciso: 12-6, 22-15 alla prima sirena. I giuliani restano vivi e in avvio di secondo quarto Cavaliero firma da oltre l’arco la parità (22-22). Il match resta spigoloso e il gioco piuttosto confuso: nessuno fa canestro da fuori (al 17’ Trieste ha 1/11, il Banco 1/8), ma i biancoblù tengono il controllo della gara e con una fiammata finale (antisportivo di Justice su Jerrells) arrivano al riposo sul +8, 35-27.

Il crollo. Il Banco riparte dal quintetto iniziale, Trieste alza l’intensità difensiva e si mette a correre, piazzando subito un parziale di 6-0. Poz chiama timeout ma i sassaresi hanno le mani gelide e la coppia Peric-Jones allunga il break sino all’11-0 e si ritrova avanti, 35-38. Spissu, appena entrato, sblocca i biancoblù con una tripla, ma la confusione regna. Alla terza sirena il Banco nonostante tutto è avanti 48-43, Pozzecco ripesca Bilan ma il Banco continua a fare collezione di ferri. A 6’29” dalla fine il Banco è di nuovo a +7, 52-45, ma Trieste non molla e si riavvicina, poi al momento opportuna azzanna: Cavaliero infila le triple del sorpasso, Jones lo imita dall’angolo e a 2’20” dalla fine la Dinamo è sotto 54-60. I biancoblù hanno un ultimo colpo di coda (gioco da 3 punti di Vitali e canestro di Gentile per il -1, 59-60 a 1’06”. Pierre avrebbe in mano anche la palla del vantaggio, ma a questo punto Trieste, trascinata da Jones, ha già deciso che questo colpo s’ha da fare. Nel giorno della Barcolana di Trieste, la Dinamo trova una giornata di bonaccia e si arena.

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