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La Dinamo ruggisce ancora anche Reggio Emilia al tappeto

di Andrea Sini
La Dinamo ruggisce ancora anche Reggio Emilia al tappeto

Nell’anticipo della nona giornata una nuova grande prova dei sassaresi di Pozzecco Primo quarto complicato, poi Pierre e compagni mettono il turbo e controllano

17 novembre 2019
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SASSARI. Gioca per divertire, vince perché si diverte. Corre e fa canestro, ma quando decide di difendere sa essere dura e ruvida. È una Dinamo travolgente, quella che supera la Grissin Bon Reggio Emilia per 100-81 nell’anticipo della nona giornata della serie A. Dopo la beffa di Venezia e la grande prova di mercoledì contro Strasburgo, i biancoblù di Pozzecco riprendono la loro marcia nei quartieri alti della classifica.

Dominio sassarese. Le cifre raccontano di una gara dominata dal Banco di Sardegna, che chiude ancora in tripla cifra, con un sontuoso 133 nella valutazione di squadra (contro 80), e un vantaggio che dal 12’ minuto in poi è stato sempre in doppia cifra, toccando anche il +21 (65-44, 72-51). La squadra di Maurizio Buscaglia, priva di Mekel e con Vojvoda che si è infortunato quasi subito, ha avuto un grande Poeta ma ha pagato soprattutto il fatto di non essere riuscita ad abbassare i ritmi di gioco dei sassaresi.

Un avvio tosto. La Grissin Bon parte bene, fa girare la palla con pazienza e trova con Fontecchio e Candi le triple del 6-10. Per Pozzecco è già tempo di timeout, il Banco attacca con fluidità la zona reggiana facendo centro da lontano con Pierre, Spissu e Vitali, ma dall’altra parte Fontecchio e Vojvoda colpiscono ancora da oltre l’arco (14-18). I sassaresi mettono per un attimo il naso avanti grazie a Vitali e Bilan (19-18), ma la difesa fa ancora troppa fatica.

Il cambio di passo. Iniziano le rotazioni, con l’ingresso in campo di McLean, Jerrells e Gentile, e la Dinamo prende il controllo della gara, risalendo dal 19-22 al 30-26 di fine quarto, con un super Pierre e un buon contributo della panchina. Il nuovo quintetto ha più brio, difende meglio e corre di più: così una volata di McLean termina con la schiacciata del +8 (36-28), che convince Buscaglia a chiedere timeout dopo meno di 2’. La sostanza non cambia, perché Vitali inventa un gioco da 4 punti, Johnson Odom sbaglia una schiacciata tutto solo e McLean va invece a violentare ferro e retina avversaria per il 42-28 che fa esplodere il palazzetto. Si rivedono Spissu e Bilan e l’intensità dei sassaresi resta altissima su entrambi i lati, con Reggio che paga l’uscita di Upshaw con tre falli e precipita a -15 (48-33) con la schiacciata di Evans. Lo stesso Evans fa +16 dalla lunetta (51-35) poi arriva il solito blackout, con Reggio che piazza un break di 7-0 avviato dalla tripla di Infante e riesce ad arrivare a metà gara su un insperato -9, 51-42.

Un Banco da applausi. Al rientro in campo Buscaglia tiene fuori Upshaw ma dall’altra parte si rivede il Banco solido e “cattivo”: Bilan e Vitali restituiscono con gli interessi il break (9-0) e la Dinamo vola via. La panchina biancoblù rimedia un fallo tecnico, ma sul parquet i sassaresi vanno a tutta: Poeta sblocca Reggio, ma un gioco da tre punti di Bilan e una super giocata di Evans fanno schizzare il Banco a +21 (65-44) a 5’40” dalla terza sirena. La Grissin Bon prende un po’ di fiato con Poeta e Upshaw, ma la marea biancoblù travolge ancora tutto, con la tripla di Pierre che vale il 72-51.

Niente cedimenti. Il timeout di Buscaglia in stile Obradovic ha un effetto immediato, con un break di 7-0 (72-58), prima della tripla di Jerrells per il 75-58 di fine quarto. Le percentuali dei sassaresi calano, mentre Reggio trova ancora un po’ di ossigeno e Pardon schiaccia il -11 (80-69) a 7’ da fine gara. Il Banco non vuole correre rischi e riesce ad alzare nuovamente l’intensità, mentre Reggio continua a sperare grazie a un grande Poeta (86-74 a 3’40”). Le zampate decisive, che chiudono definitivamente il match, sono firmate da Pierre, che fa centro da lontano, e da Jerrells, che sigla nel traffico il nuovo +17 (91-74) a 2’40”. Poeta raggiunge il ventello, ma è trionfo biancoblù, con il palazzetto tutto in piedi ad applaudire il 100-81 finale e poi a fischiare Johnson Odom che ruba la palla che la Dinamo intendeva “congelare” e si inchioda per la seconda volta al ferro. Dettagli.

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