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Muscoli e intensità, Evans è un “crack”

di Andrea Sini
Muscoli e intensità, Evans è un “crack”

Basket. La Dinamo vola anche sulle ali del lungo americano, che con la sua continuità ha già fugato le perplessità estive

03 dicembre 2019
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SASSARI. La prima firma non si scorda mai. Nel senso che il primo giocatore a essere messo sotto contratto durante il mercato, poi in un modo o nell’altro condizionerà fortemente la costruzione del gruppo e dunque la sua anima. La scorsa estate Dwayne Evans è stato il primo nuovo straniero inserito dalla Dinamo nel roster e già ora, dopo due mesi e mezzo di gare ufficiali, l’ala americana è tra gli elementi che incarnano maggiormente lo spirito voluto da Gianmarco Pozzecco.

Solidità e continuità. Duro da morire, con la corda dell’intensità sempre avvitata al massimo, il numero 11 del Banco di Sardegna è un punto di riferimento fondamentale dei biancoblù. Una specie di leader silenzioso, che non prende più tiri di quanti il gioco non porti da lui e che contemporaneamente non si tira mai indietro quando c’è da prendere in mano la situazione. Sistematicamente in doppia cifra (7 volte in 10 gare di campionato, 5 volte su 6 in coppa), Evans è anche il giocatore più utilizzato da Pozzecco, che gli fa giocare mediamente oltre 30 minuti a partita (27’ in Champions League) e che sa di poter contare ciecamente su di lui.

La pesca in Germania. Americano dell’Illinois, nato a Bolingbrook il 24 gennaio 1992, Evans è un prodotto dell’università di Saint Louis, inserito costantemente nei migliori quintetti della Atlantic 10 Division, che non ha avuto paura di iniziare la sua carriera professionistica dalla seconda serie del campionato tedesco. Poi altri tre anni in Germania, con Gießen, Ludwigsburg e Ulm, con una crescita costante anche a livello continentale. L’ennesima pesca miracolosa del giemme Federico Pasquini, che non è nuovo a incursioni estremamente produttive in Germania: Dyshawn Pierre e Rakim Sanders sono i due esempi più significativi.

Dai dubbi alle certezze. Alto appena 2,01, per 104 chili, Evans è stato accolto da una parte del pubblico di Sassari con enorme scetticismo, perché considerato di taglia troppo ridotta per poter giocare da ala piccola, tanto meno per poter essere schierato per qualche minuto anche come “cinque” tattico, secondo i piani di Pozzecco e della società. Naturalmente, della critica preventiva oggi non c’è più traccia. Ma Evans aveva già chiarito molti dubbi tra il precampionato e le due gare della Supercoppa: nella semifinale contro Cremona, in particolare, aveva sfiorato una clamorosa tripla doppia, con 18 punti, 9 rimbalzi, 9 falli subiti.

Numeri da protagonista. «Stiamo giocando una pallacanestro efficace ma c’è sicuramente ancora spazio per migliorare – ha detto nei giorni scorsi Evans –. Pozzecco è un grande, conosce il gioco e conosce la prospettiva di un giocatore, ti dice sempre la verità in faccia a prescindere dalla situazione ed è una cosa che mi piace molto di lui. Penso che abbiamo il talento necessario per vincere dei trofei quest’anno, siamo tutti concentrati sia in allenamento che in partita, ed i risultati fin qui si vedono. Mi sto divertendo molto». Divertimento e produttività: 13,4 punti e 6,2 rimbalzi a partita in campionato, (16,2, 4,7 e 2,3 assist in Champions), il secondo posto in serie A nella classifica del plus/minus (+10,7 di media), 3 ventelli segnati in LegaA e la perla dei 28 punti con 11/12 da 2 infilati nel canestro del Torun. Leggerino, questo Evans, non è vero?

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