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«Dinamo-Virtus, una sfida che può farci sognare»

Andrea Sini
«Dinamo-Virtus, una sfida che può farci sognare»

Coach Gianmarco Pozzecco e Marco Spissu presentano il big match di oggi 22 dicembre. «Vinca il migliore? Magari no, perché loro sono davvero una squadra fortissima»

22 dicembre 2019
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SASSARI. Una fiducia illimitata, un affetto quasi da padre a figlio e l’arte di sapersi sempre “prendere” nel modo giusto. Che si tratti di punzecchiarsi con ironia o di lasciarsi andare a slanci di affetto reciproco. Gianmarco Pozzecco e Marco Spissu insieme in Club House a parlare di Dinamo-Virtus Bologna, match clou della quattordicesima giornata della serie A.

La “Bologna connection”. Una gara che ruota attorno a tante storie: dal legame tra il play sassarese e le Vu Nere, con le quali è stato protagonista della promozione dalla serie A2 nel 2016-’17, al personale derby del coach biancoblù, fortitudino doc che ha un grande rapporto con coach Sasha Djordjevic. «Per me non può essere una partita come le altre – chiarisce subito Spissu –, le emozioni sono tante perché il ricordo della stagione vissuta con quella maglia è sempre vivo. Sarà una bella partita, e che vinca il migliore». «No, non dire che vinca il migliore – lo interrompe il coach –, perché altrimenti vincono loro...».

Parata di stelle. «Avere di fronte un giocatore come Teodosic sarà bello e stimolante – assicura il numero 0 della Dinamo –, ma noi stiamo facendo bene e siamo convinti di potercela giocare. In casa stiamo proponendo un basket davvero bello; in trasferta non sempre è possibile, ma siamo sulla strada giusta, come dicono anche le classifiche di serie A e Champions League». «Quello che è certo è che sarà una partita con in campo tanti bei play – aggiunge Poz –. Da Marco a Markovic, da Teodosic a Jerrells». E anche Pozzecco e Djordjevic, verrebbe da dire. «Dobbiamo essere contenti perché la pallacanestro italiana sta crescendo – ha sottolineato il coach del Banco di Sardegna – e dobbiamo cercare di curare meno il nostro orticello personale e impegnarci a fare il bene del basket anche quando questo non coincide necessariamente con il bene solo della nostra società. La crescita del movimento è una responsabilità che dobbiamo sentire tutti. Ci aspetta una bella partita e dobbiamo essere tutti orgogliosi di essere arrivati a questo punto del campionato. Personalmente ho grande stima di Sasha Djordjevic, fin da quando giocavamo contro, è un amico, ed è un grande: lo era come giocatore e come coach perché qualsiasi cosa faccia lo fa con ardore e carisma. Sono convinto che la sua presenza in panchina abbia fatto la differenza per la firma di Teodosic».

Poz vs Spi. Lo ha promosso titolare, ci ha creduto e lo coccola come un figlio. Lo ha ospitato la scorsa estate a casa sua a Formentera (“e perché non racconti quello che hai combinato?”). Ma oltre alla carota, con il suo pupillo Spissu, Pozzecco sa anche usare il bastone. Come la scorsa settimana in Lituania, quando è entrato in campo a riprenderlo vigorosamente e per questo si è beccato un fallo tecnico. «Il coach a volte esagera – dice Spissu tra il serio e il faceto –. Quello che è certo è che ci coccola come nessuno, ci vuole bene e magari quando vede che qualcosa non sta andando come dovrebbe lo sente un po’ di più rispetto agli altri. Gli devo anche delle scuse, per il modo in cui ho reagito a un suo rimprovero la settimana scorsa».

«A Panevezys in effetti avevo un po’ esagerato – conferma il coach –, Marco aveva tardato a rientrare in difesa perché si era fermato a protestare e la cosa non mi è piaciuta. A parte questo, sono davvero contento di quello che sta facendo: il fatto che parta in quintetto all’inizio ha fatto molto parlare e ora invece non ne parla più nessuno, perché è un fatto assodato. Questa è la sua vittoria più grande. Perché l’ho promosso? L’anno scorso avevo visto questa sua capacità di sopportare la pressione, e per questo anche il fatto di partire in quintetto è fondamentale: devi pensare di più, devi saper decidere quando giocare per la squadra e quando prenderti responsabilità. Mi è dispiaciuto molto per Jaime Smith, ragazzo straordinario e giocatore molto forte, ma non era plausibile farlo partire dietro Marco. Dico di più: Marco era convinto che l’arrivo di Jerrells avrebbe fatto cambiare le cose, invece non è stato così e tra loro si è instaurato anche un rapporto di grande stima reciproca».

Un incontro importante. Mercoledì Spissu ha incontrato Davide Paulis, campione del mondo C21 con la nazionale degli atleti con sindrome di down. Tra i due c’è stato un bellissimo abbraccio. «Incontrare Davide è stato bellissimo, mi scrive sempre e poterlo abbracciare di persona è stato emozionante. Mi invita sempre ad andare a trovarlo a Cagliari e un giorno mi piacerebbe riuscirci: vorrei trascorrere una giornata intera con lui, tra noi si è creato davvero un rapporto speciale».

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