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Dinamo lanciatissima e il bello deve arrivare

di Andrea Sini
Dinamo lanciatissima e il bello deve arrivare

I biancoblù chiudono l’anno alla grande con la sesta vittoria di fila in campionato. Pozzecco mangia il panettone e manda in archivio 11 mesi straordinari

02 gennaio 2020
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SASSARI. Alla fine il panettone l’ha mangiato, l’ha mangiato a Sassari ed era decisamente buono. Gianmarco Pozzecco si lecca le dita e la sensazione è particolarmente dolce. Oltre lo scetticismo, oltre i legittimi dubbi sul “post 22 vittorie”, il coach triestino e la sua Dinamo stanno continuando a cavalcare la stessa onda della passata stagione.

Botti di fine anno. Per i sassaresi va in archivio un 2019 indimenticabile, con la vittoria contro la Vanoli Cremona che rappresenta il fiocchetto su un periodo straordinario: sette vittorie consecutive tra campionato e coppa, la Final Eight di Pesaro conquistata con uno dei primi due posti della griglia e il passaggio ai playoff della Champions League ormai dietro l’angolo. Brindisi, Lietkabelis in trasferta, Fortitudo, Turk Telekom e Virtus Bologna, e ancora Treviso in trasferta e appunto Vanoli Cremona sono gli scalpi conquistati dall’8 dicembre in poi. Sabato sera a Pistoia si chiude il girone d’andata e i biancoblù non hanno vergogna alcuna nello strizzare l’occhio alla vetta. L’aggancio (e sorpasso per via dello scontro diretto favorevole) alla Virtus, che domenica è impegnata a Trento, avrebbe un valore poco più che simbolico, ma il Banco ha dimostrato di avere abbastanza fame da volersi inchinare a raccogliere qualsiasi briciola. Dal 2012 a oggi, la squadra campione d’inverno non ha mai vinto lo scudetto, ma nel clan di Poz si guarda assai poco alla cabala e molto al sodo.

L’anno “breve”. Il 2019 di Gianmarco Pozzecco sulla panchina della Dinamo, iniziato l’11 febbraio, è stato scandito da una impressionante serie di vittorie. Il bilancio di questi dieci mesi e mezzo parla di due coppe portate a casa (Fiba Europe Cup e Supercoppa italiana), una finale scudetto persa solo a gara7 e di un totale di 48 vittorie in 60 partite. Se si considera che 3 delle 12 sconfitte complessive sono arrivate nel primo mese di lavoro e che altre 4 sono relative alla finale playoff contro Venezia, appare chiaro come l’anno del Banco di Sardegna sia stato semplicemente straordinario.

Oltre lo scetticismo. Subentrato in corsa a Vincenzo Esposito, che aveva costruito la squadra insieme al giemme Pasquini, secondo gli scettici Pozzecco aveva trovato “la pappa pronta”. Ventidue vittorie di fila, ok, ma la prova del nove sarebbe arrivata con la nuova stagione e con il nuovo gruppo. “Non mangerà il panettone”, si sono affrettati a dire i detrattori più convinti. Invece le scelte estive puramente pozzecchiane (la promozione di Spissu in quintetto, la firma di Bilan, l’impronta italiana data alla squadra con Vitali e un Gentile completamente rigenerato) sono le fondamenta di un gruppo che già a dicembre viaggia “on the same page”, sulla stessa pagina, come piace dire al coach. E in questo - ulteriore merito del Poz –, c’è stato anche il non semplice lavoro di inserimento nei meccanismi di squadra di Jerrells e McLean.

Le prossime sfide. L’altra sera, il giusto tributo del pubblico per Meo Sacchetti, uno che in sei stagioni e mezzo a Sassari ha contribuito a costruire monumenti, è stato seguito da un’ovazione per Pozzecco da parte dei settori “popolari” del palazzetto, in un ideale e ormai definitivo passaggio di consegne tra i due coach. In attesa che anche il resto del pubblico si levi la cravatta e si lasci trascinare nel tifo “da curva” che la squadra merita, la sensazione, piacevolissima e dolce come un morso di panettone, è che l’ex play azzurro sia pronto a scrivere molte altre pagine di questa appassionante storia.

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