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«Tutto il calcio» compie 60 anni

«'Scusa Ameri...». Bastano due parole per evocare un'epoca lunga 60 anni e ancora giovane. «Tutto il calcio minuto per minuto» nasceva il 10 gennaio del 1960, e oltre a quella della radio ha fatto...

08 gennaio 2020
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«'Scusa Ameri...». Bastano due parole per evocare un'epoca lunga 60 anni e ancora giovane. «Tutto il calcio minuto per minuto» nasceva il 10 gennaio del 1960, e oltre a quella della radio ha fatto anche la storia d'Italia. Anche per questo la Rai ne festeggia il compleanno tondo - senza alcuna voglia di andare in pensione - con una serata di diretta radio dalle 21, venerdì dallo storico studio di via Asiago a Roma. Non c'erano posticipi, anticipi, dirette social, e se voleva vedere 'riflessi’ della partita principale l'italiano doveva aspettare le 18, sperando che tutti gli altri tifosi informati da una radiolina incollata all'orecchio non gli sciupasse il gusto di quel secondo tempo in differita. 'Tutto il calcio’, la definizione di Candido Cannavò, era la colonna sonora delle domeniche degli italiani. Le sue voci da principio davano conto solo della ripresa: non esistevano diritti tv, la Figc temeva che gli ascolti radiofonici sottraessero spettatori agli stadi. E a ragione, visto che le rivelazioni telefoniche testimoniarono gli ascolti record tra i 20 e i 25 milioni, per un campionato che si giocava tutto di domenica, tutto in contemporanea. L'idea, Guglielmo Moretti l'aveva 'rubata’ alla Francia, dove il rugby la faceva da padrone e la radio nazionale ne dava conto con una diretta sparsa per tutte le campagne d'oltralpe. Con Sergio Zavoli e Roberto Bortoluzzi, Moretti fece partire tra lo scetticismo la prima puntata appunto a inizio del 1960: a Milano Nicolò Carosio per Milan-Juve, a Bologna Enrico Ameri per Bologna-Napoli, ad Alessandria Andrea Boscione per Alessandria-Padova e nello studio centrale di corso Sempione a Milano Bortoluzzi, che condusse il programma per 27 anni, passando il testimone prima a Massimo De Luca, poi ad Alfredo Provenzali e infine a Filippo Corsini, con le prime voci di Scaramozzino e Repice. A metà anni '80, l'intuizione di Mario Giobbe e l'estensione della diretta a tutta la partita: da RadioUno, Tutto il calcio passò a reti unificate quasi fosse un messaggio alla nazione, con la sua sigla indimenticabile ('A taste of Honey' degli americani Scott e Marlow, per la tromba di Herb Alpert). «Di quel racconto del calcio oggi, più di altro, credo manchi l'educazione - racconta Cucchi - Intendo il rispetto di chi ascolta, dei calciatori o del direttore di gara. Ricordo una radiocronaca di Ciotti per un Roma-Samp in cui l'arbitro Lo Bello aveva combinato disastri. Lui non ne fece alcun cenno, ma chiuse dicendo: 'ha arbitrato il signor Concetto Lo Bello di fronte a 60 mila testimoni...».

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