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Sirigu chiama Sirigu «Bravo fratellino, quel gol vale tanto»

di Paolo Ardovino
Sirigu chiama Sirigu «Bravo fratellino, quel gol vale tanto»

Il difensore Giampaolo si scopre goleador nell’Arzachena Il portierone azzurro gli fa i complimenti da Torino

15 gennaio 2020
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OLBIA. Facile dire che è questione di famiglia, ma in Sardegna è così e non soltanto con i Mancosu o con i Ragatzu. Quella Sirigu ha cresciuto due calciatori: il più grande, Salvatore, è arrivato ai riflettori d'Europa e oggi è tra i portieri migliori della Serie A. Sulle sue orme, Giampaolo dopo diverse esperienze nella penisola è tornato a giocare dalle parti di casa. Non proprio a La Caletta di Siniscola, ma comunque nell'isola, in Gallura. Due calciatori, si diceva. «Direi più un calciatore e mezzo. Non mi reputo all'altezza di mio fratello», il più piccolo dei due mette subito le mani avanti.

La sua Arzachena. «Domenica avremmo meritato i tre punti, abbiamo giocato bene e in generale veniamo da una buona serie di partite. Tra vittorie e pareggi abbiamo fatto punti nell'ultimo mese, sì, siamo abbastanza in forma». Incalzato, le prime parole di Giampaolo Sirigu sono per la sua Arzachena. Il punto della situazione degli smeraldini arriva al telefono, tuta addosso, appena qualche istante prima di andare in campo per l'allenamento. La squadra viene dal pareggio in trasferta della scorsa domenica, contro l'Aprilia. 1-1, marcatore per i galluresi proprio Sirigu, che però di ruolo è difensore centrale e, per quanto riguarda i gol, solitamente sta più attento a non prenderli. In questo, alla fine, è un po' come suo fratello.

A marzo compirà 25 anni e alla fine solo una volta maggiorenne ha capito che il calcio sarebbe stata la sua vita. «Ero al Budoni, avevo 18 anni e mi mancava poco per il diploma. Arrivò l'occasione del Bellaria, all'epoca in C2, e mi sono lanciato - racconta -. L'ho fatto però senza pensare al futuro, ci ho semplicemente provato. Avevo giocato al torneo di Viareggio con la rappresentativa di Serie D ed è lì che sono stato notato».

I fratelli Sirigu. Sul ruolo mai stati dubbi: sempre in difesa. Anche se agli inizi Giampaolo si muoveva sulla fascia come terzino, «Proprio a Budoni i grandi del gruppo mi aiutarono molto e fu Scugugia a convincermi a spostarmi in posizione centrale». Qualche sua partita il fratello l'ha vista, «ma lui ha parecchi impegni», Giampaolo qualche stagione fa andava spesso a vederlo da vicino con i colori del Toro. «Sì, giocavo alla Caratese, dalle parti di Milano, in macchina dista un'ora e mezza e ogni volta che potevo lo raggiungevo». «Forse lo guardo con occhi diversi, da fratello faccio fatica a vederlo solamente come il grande campione che è diventato - spiega il piccolo dei due -, ma di sicuro lui per me rappresenta un orgoglio».

Pochi giorni fa, il 12 gennaio, si sono sentiti al telefono: Giampaolo per fare gli auguri a Salvatore, che ha compiuto 32 anni. Dall'altra parte, l'estremo difensore del Torino e della nazionale per fare i complimenti al fratello per il gol con la maglia dell'Arzachena. «Ora però ti devo lasciare - a un certo punto -, mi stanno richiamando, tra poco cominciamo l'allenamento, non vorrei far arrabbiare il mister» chiosa Giampaolo Sirigu. Nella speranza che mister Giorico non gli abbia fatto fare un giro di campo per punizione.

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