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Parte dalla Sardegna il sogno azzurro della Coppa Davis

di Mario Frongia
Parte dalla Sardegna il sogno azzurro della Coppa Davis

La sfida presentata ieri alla Reggia nuragica di Barumini Binaghi: «È l’Italia più forte di sempre, possiamo vincerla»

16 gennaio 2020
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BARUMINI. L'approdo del team di Coppa Davis più forte della storia non poteva che avvenire nel cuore di una Sardegna seria, laboriosa, tenace. «Sì, questo gruppo è il più forte di sempre. Abbiamo Berrettini e Fognini, numero 8 e 12 al mondo, e altri sei giocatori tra i primi cento. Possiamo e dobbiamo pensare in grande», attacca Angelo Binaghi.

Binaghi rilancia: «Presentiamo l'incontro di Coppa a Barumini perché questa è la Davis della Sardegna. Queste grandi manifestazioni prendono molto dal territorio e rendono altrettanto come visibilità mediatica, economica e promozionale».

Dal numero uno della racchetta al ct Corrado Barazzutti sorride: «Pensate che il nonno di mia moglie è di Barumini. Sono un amante di questa terra, ho avuto casa e ci vengo da decenni. Poi, qui si è sempre vinto. Siamo pronti per farlo ancora. I convocati? Da Fognini a Berrettini, passando per Sonego, Bolelli, Travaglia, Seppi, Cecchinato, il giovanissimo Sinner. Tengo tutti d'occhio. Vogliamo essere al top per passare il turno».

Il capitano non giocatore, da ex numero 7 delle classifiche mondiali e vincitore dell'Insalatiera con Panatta&Co nel 1976 contro il Cile, smorza: «Ma è sempre il campo a dare le risposte. La Coppa Davis non è l'esatta risposta della somma delle classifiche di chi la gioca. E non sottovaluterei la Corea».

Atmosfera giusta, ai piedi del Villaggio nuragico di valore unico scoperto e valorizzato dall'archeologo Giovanni Lilliu, entusiasmo e idee chiare per un incontro che mobiliterà appassionati e sportivi. «Cagliari, e l'intera isola, ci ha sempre portato bene. Ho giocato al Tennis club di Monte Urpinu contro l'Ungheria, ero tre al mondo e venivo dai successi del Roland Garros. Tutte le storie di sport sono figlie dei loro tempi. Adesso - dice Nicola Pietrangeli - dopo tanti anni in cui la disciplina in Italia è stata supportata e mantenuta dalle ragazze, abbiamo ragazzi straordinari, anche fuori dal campo. Il pronostico? Fognini e Berrettini, con Bolelli e Sinner, possono farci vincere un'altra Coppa». Applausi. Ma al grande Nick non sfugge la battuta sulle intemperanze di Fognini: «Talento smisurato, gran bravo ragazzo anche fuori dal campo. Le sue stranezze ci stanno». Si sorride. “Su Nuraxi" viene spazzolato dal maestrale. "Rispetto alle altre otto edizioni di Coppa Davis che abbiamo giocato in Sardegna, questa squadra è la più forte dell'era Open mai vista da queste parti. Possiamo puntare alla vittoria finale» scommette Binaghi. Il presidente nazionale della Federtennis ringrazia poi la Regione ("Siamo tornati perché hanno creduto in noi") e attacca la precedente giunta comunale di Cagliari: «Per la finale mondiale della Fed Cup l'amministrazione precedente non ci ha dato un euro. L'ho detto all'attuale sindaco Truzzu: siamo a credito come Federazione che rappresenta 470mila tesserati e 3.200 circoli».

«Punteremo senz'altro ad un risultato di prestigio. Ma prima - conclude con sano realismo Corrado Barazzutti - cerchiamo di battere la Corea del Sud, una squadra non facile da affrontare con due ottimi giocatori».

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