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Cinquant'anni fa la leggendaria rovesciata di Riva a Vicenza

Enrico Gaviano
18 gennaio 1970, Cagliari-Vicenza 2-1: il secondo gol di Riva
18 gennaio 1970, Cagliari-Vicenza 2-1: il secondo gol di Riva

Il bomber ricorda fra ironia e nostalgia: "Se la facessi oggi quella roba mi spaccherei le ossa, ma fu davvero un bel gol"

18 gennaio 2020
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CAGLIARI. Quella foto è un’immagine iconica di mezzo secolo fa. Come Armstrong al fianco della bandiera degli Usa sulla Luna, o Smith e Carlos che alzano il pugno fasciato dal guanto nero sul podio dei 200 a Città del Messico, o i Beatles sul tetto della Apple impegnati nel loro ultimo concerto. Il gol di Gigi Riva a Vicenza, Rombo di tuono che aggancia il pallone e lo spedisce in rete, con un colpo da maestro, una pennellata di Raffaello. La foto dell’Ansa entrò di diritto il giorno dopo su tutte le prime pagine dei giornali nazionali e anche su quella della Nuova Sardegna.

Oggi ci racconta più di un semplice gol. È la testimonianza non solo dell’epopea Cagliari, ma di un’epoca, di un calcio romantico che oggi non c’è più, di un campionato che si poteva seguire in diretta solo di domenica, solo alla radio e solo quando iniziavano i secondi tempi delle partite. Cinquant’anni fa. Riva ricorda tutto come se fosse oggi. Quando rievoca quel momento magico, parte con un laconico «sì, è stato proprio un bel gol». Si ferma e poi riparte il bomber che ha firmato 156 reti in serie A e 35 in maglia azzurra. «Per la verità tutte le reti sono belle. Io giocavo solo per quello, per inebriarmi della gioia di quel momento fuggente”.

Sì, ma Vicenza... tutti dicono che quello è stato un capolavoro. E allora riprende a raccontare di quel pomeriggio allo stadio “Menti”. «Gori fece una bella galoppata sulla fascia sinistra – dice Rombo di Tuono –, poi crossò, la palla finì dall’altro lato dell’area di rigore, dove Domenghini di testa la rispedì al centro. Il pallone era invitante, ma per anticipare i difensori pensai in quel momento che l’unico modo fosse quello di fare la rovesciata. Ne avevo già fatto diverse e dunque ci provai. E andò bene, perché la palla finì dentro». Nuova pausa e poi una risatina. «Se ci provassi ora mi spaccherei tutte le ossa... ma allora, insomma, avevo un fisico molto forte... ».

Palla dentro e Cagliari lanciato verso l’ennesima vittoria nel campionato che regalò lo scudetto. L’ultimo pensiero di Riva è per il portiere del Vicenza. «Pietro Pianta era un mio amico, aveva giocato a Cagliari per alcuni anni. Mentre andavo ad abbracciare i compagni lo sentii distintamente dire: “bestia, sei una brutta bestia!”».

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