a tutto volley
Emanuela, una vita con la valigia
Dopo 20 anni in giro per l’Italia, la Piccioni ora gioca in B2 ad Olbia
22 gennaio 2020
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SASSARI. Definire Emanuela Piccioni con il titolo di un film è semplicissimo: “La ragazza con la valigia”. Sì, perché la pallavolista di Carbonia nella sua lunga carriera, iniziata oltre vent’anni fa, ha giocato a Tortolì, Castellana Grotte, Narni, Nocera Umbra, Città Ducale, Hermaea Olbia, Quartu, Serramanna, Cefalù, Castelsardo e Ghilarza, vincendo tutti i tipi di campionato dalla B1 alla D, prima di approdare alla Pallavolo Olbia di B2.
«Olbia mi era rimasta nel cuore, conoscevo già molte giocatrici, e mi aveva allenato Andrea Schettino (il coach scomparso un anno fa, ndr). Quindi il fatto di giocare una B2 per lui mi ha fatto molto piacere. È un obiettivo che mi ha convinto dopo anni a rimettermi in gioco in B. Sono una combattente, ho sempre dato il massimo e cercato di trasmettere la passione alle giovani». Gli inizi sono stati difficili, con la vittoria nell’esordio seguita da quattro sconfitte. Poi la squadra ha ingranato, e ad un turno dal giro di boa ha 3 punti in classifica, 9 sopra la zona rossa, e sembra avviata verso la salvezza. «Per esperienza non dò nulla per scontato, penso ad una partita alla volta. Siamo partite per salvarci, se poi verrà qualcosa di più tanto meglio».
La San Paolo Cagliari può puntare ai playoff? «Ha delle giocatrici di spessore, come Enrica Bettas e Poli Dimitrova, che conosco bene per averci giocato assieme o contro, ed in questo girone non vedo delle squadre dominatrici, quindi penso possa farcela». La Mareblù Oristano si salverà? «Credo di sì, è un buon gruppo, la affrontiamo sabato aspetto il confronto con la regista Barbara Meloni. Spesso parliamo, e ci convinciamo che possiamo giocare ancora, perché vediamo le giocatrici più giovani poco motivate». Classe 1980, dove la porterà ancora quella valigia? «Chissà. Da tempo sto pensando di smettere, ma poi ogni anno mi trovo di nuovo “incastrata” da qualche parte».
Fabio Fresu
«Olbia mi era rimasta nel cuore, conoscevo già molte giocatrici, e mi aveva allenato Andrea Schettino (il coach scomparso un anno fa, ndr). Quindi il fatto di giocare una B2 per lui mi ha fatto molto piacere. È un obiettivo che mi ha convinto dopo anni a rimettermi in gioco in B. Sono una combattente, ho sempre dato il massimo e cercato di trasmettere la passione alle giovani». Gli inizi sono stati difficili, con la vittoria nell’esordio seguita da quattro sconfitte. Poi la squadra ha ingranato, e ad un turno dal giro di boa ha 3 punti in classifica, 9 sopra la zona rossa, e sembra avviata verso la salvezza. «Per esperienza non dò nulla per scontato, penso ad una partita alla volta. Siamo partite per salvarci, se poi verrà qualcosa di più tanto meglio».
La San Paolo Cagliari può puntare ai playoff? «Ha delle giocatrici di spessore, come Enrica Bettas e Poli Dimitrova, che conosco bene per averci giocato assieme o contro, ed in questo girone non vedo delle squadre dominatrici, quindi penso possa farcela». La Mareblù Oristano si salverà? «Credo di sì, è un buon gruppo, la affrontiamo sabato aspetto il confronto con la regista Barbara Meloni. Spesso parliamo, e ci convinciamo che possiamo giocare ancora, perché vediamo le giocatrici più giovani poco motivate». Classe 1980, dove la porterà ancora quella valigia? «Chissà. Da tempo sto pensando di smettere, ma poi ogni anno mi trovo di nuovo “incastrata” da qualche parte».
Fabio Fresu
