Il Porto Rotondo fa scuola ispirandosi al Barça
Nella cantera del club gallurese si va oltre il calcio: oltre 300 giovani crescono anche fuori dal campo
25 gennaio 2020
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OLBIA. L'idea era quella che da anni cerca di diffondersi tra le piccole realtà calcistiche, quella di puntare sul settore giovanile e crescere in casa futuri talenti. La cosa poi si è evoluta e il Porto Rotondo, oggi, conta su una scuola calcio élite ed è diventato un polo che concentra circa 330 calciatori.
Un ulteriore passo in avanti era stato fatto in estate con la nascita di una società satellite, la "Porto Rotondo Academy", per dare ancora più spazio ai suoi giovani tesserati, e oggi si iniziano a tirare le somme di una "cantera" che è cresciuta in maniera esponenziale e rappresenta il bacino giovanile più esteso in Gallura.
Cantera rotondina. Sono infatti 17, in tutto, le squadre rotondine divise nelle varie categorie, si va dai "piccoli amici" alla "juniores", e che riuniscono i giocatori a partire dai classe 2014 - che quest'anno compiranno cioè sei anni - ai 2001.
«Il nostro obiettivo è di andare oltre al solo risultato sul campo, avere un ruolo formativo e sviluppare una crescita anche fuori dal calcio» spiega Simone Marini, allenatore della prima squadra e responsabile del settore giovanile, insieme al responsabile tecnico Alessandro Caccia e al dirigente Silvio Fresi. «Per farlo, puntiamo sulla competenza di istruttori e collaboratori (in tutto sono circa in 33 a seguire l'intero vivaio), molti collaboratori sono direttamente ragazzi della prima squadra, in questo modo diventano anche un esempio per i più piccoli».
Quasi come un modello-Barcellona in salsa gallurese, dove si punta a far nascere nei giovani giocatori un senso di collettività e appartenenza sotto i colori del Porto Rotondo. «L'essenza è fare attività motoria, nei più piccoli la preparazione è di carattere polisportivo - così il professore Pietro Pellegrino, che si occupa di formazione e area motoria -, insegnare in un ambiente qualificato sani stili di vita ed educativi». Per questo, aggiunge, «organizziamo molti incontri di formazione con nutrizionisti, psicologi, e sui regolamenti». Quest'anno la scuola calcio è riconosciuta élite (sono 12 in Sardegna), ha aderito all'iniziativa del Coni "Lo sport per tutti" e ha imbastito un progetto per le scuole elementari.
Formazione. Oltre a ospitare le sfide di Eccellenza della prima squadra, il "Caocci" non stacca mai la spina. Tutti i giorni è il centro sportivo delle centinaia di giovani insieme all'altro campo a fianco, il "Caoccino", e i campi a 5 "Setzi".«Ogni giocatore e ogni ragazzo matura in tempi diversi» confermano i responsabili del Porto Rotondo, per questo, più che di "istruttori", preferiscono parlare di veri "formatori”. Poi c'è l'aspetto legato al campo, stabilmente i giovani trovano spazio in prima squadra, la realtà Academy permette di mettere più formazioni in campo all'interno di tornei competitivi e c'è anche la sinergia con l'Olbia, con cui avvengono interscambi di piccoli talenti.
Paolo Ardovino
Un ulteriore passo in avanti era stato fatto in estate con la nascita di una società satellite, la "Porto Rotondo Academy", per dare ancora più spazio ai suoi giovani tesserati, e oggi si iniziano a tirare le somme di una "cantera" che è cresciuta in maniera esponenziale e rappresenta il bacino giovanile più esteso in Gallura.
Cantera rotondina. Sono infatti 17, in tutto, le squadre rotondine divise nelle varie categorie, si va dai "piccoli amici" alla "juniores", e che riuniscono i giocatori a partire dai classe 2014 - che quest'anno compiranno cioè sei anni - ai 2001.
«Il nostro obiettivo è di andare oltre al solo risultato sul campo, avere un ruolo formativo e sviluppare una crescita anche fuori dal calcio» spiega Simone Marini, allenatore della prima squadra e responsabile del settore giovanile, insieme al responsabile tecnico Alessandro Caccia e al dirigente Silvio Fresi. «Per farlo, puntiamo sulla competenza di istruttori e collaboratori (in tutto sono circa in 33 a seguire l'intero vivaio), molti collaboratori sono direttamente ragazzi della prima squadra, in questo modo diventano anche un esempio per i più piccoli».
Quasi come un modello-Barcellona in salsa gallurese, dove si punta a far nascere nei giovani giocatori un senso di collettività e appartenenza sotto i colori del Porto Rotondo. «L'essenza è fare attività motoria, nei più piccoli la preparazione è di carattere polisportivo - così il professore Pietro Pellegrino, che si occupa di formazione e area motoria -, insegnare in un ambiente qualificato sani stili di vita ed educativi». Per questo, aggiunge, «organizziamo molti incontri di formazione con nutrizionisti, psicologi, e sui regolamenti». Quest'anno la scuola calcio è riconosciuta élite (sono 12 in Sardegna), ha aderito all'iniziativa del Coni "Lo sport per tutti" e ha imbastito un progetto per le scuole elementari.
Formazione. Oltre a ospitare le sfide di Eccellenza della prima squadra, il "Caocci" non stacca mai la spina. Tutti i giorni è il centro sportivo delle centinaia di giovani insieme all'altro campo a fianco, il "Caoccino", e i campi a 5 "Setzi".«Ogni giocatore e ogni ragazzo matura in tempi diversi» confermano i responsabili del Porto Rotondo, per questo, più che di "istruttori", preferiscono parlare di veri "formatori”. Poi c'è l'aspetto legato al campo, stabilmente i giovani trovano spazio in prima squadra, la realtà Academy permette di mettere più formazioni in campo all'interno di tornei competitivi e c'è anche la sinergia con l'Olbia, con cui avvengono interscambi di piccoli talenti.
Paolo Ardovino