La Nuova Sardegna

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Un’altra allegra invasione biancoblù

di Giovanni Dessole
Un’altra allegra invasione biancoblù

In oltre 200 sono partiti dall’isola ma a Pesaro saranno numerosi come sempre i sardi-continentali che tifano Dinamo

14 febbraio 2020
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SASSARI. Alla VitriFrigo Arena di Pesaro, sede dell'edizione 2020 della Final Eight di Coppa Italia, la Dinamo non sarà sola. Arrivano da ogni parte dell'Isola e della Sardegna, in aereo, nave, treno e macchina. Qualcuno già dalla città. Sono innamorati pazzi della squadra e non potevano assolutamente perdere l'appuntamento con un San Valentino così speciale.

Nei panni di Cupido c'è il Poz, l'uomo che ha fatto riesplodere potente e prepotente la passione per il biancoblù e che stasera, contro l'Happy Casa BrindisiM riparte da dove la sua corsa era iniziata e si era poi fermata - anche solo per un attimo - dalla sfida ai pugliesi. Ed è proprio quella passione ad attirare come falene alla fiamma i tifosi del basket sassarese. Previste partenze di massa che mobiliteranno, solo per questi quarti di finale, almeno 200 persone. Ma ogni previsione potrebbe rivelarsi sballata perché, come spesso accade, identità e orgoglio sardo sono molle che catalizzano l'attenzione e mettono le ali a tutti gli studenti, i lavoratori e in generale i sardi che vivono sulla penisola. In ogni angolo della penisola.

Qualcuno è partito ieri, per azzerare i rischi e prendere le misure, con un giorno di anticipo, a città e palazzetto. Chi non ha trovato posto sugli aerei o ha scelto di portare con sé la macchina per far rotta su Pesaro al ritmo del suo viaggio ha già solcato il Tirreno. In tanti, tantissimi, voleranno oggi verso la penisola: particolarmente ricco e variegato si annuncia il Bologna-Alghero. L'occasione per raccontarsi un po' di vecchie trasferte, per sfoggiare magliette e sciarpe, per testare qualche coro. Poi caccia al passaggio in macchina, diversi gli equipaggi già chiusi mentre altri sono ancora in via di definizione. Da Bologna in tanti arriveranno in treno nelle Marche. Così sarà anche per qualcuno in arrivo da Milano o Roma. Fra impegni di lavoro e famiglia, disponibilità di posti e influenza – nessuno vuol rischiare di finire in quarantena e le farmacie vengono prese d'assalto in modo da scacciare il virus e lo spettro dei rilevatori di temperatura in aeroporto – il popolo della Dinamo si mette ancora una volta in marcia, come sempre fatto quando necessario.

Sfruttando il passaparola e le chat WhatsApp il gruppo si amplia e si compatta, prima nutrita avanguardia che diventerà esodo nel caso in cui superati i quarti si approdi in semifinale. Scongiuri annessi. E d'obbligo. Tante volte s'era solo di passaggio e ci s'è fermati a lungo. Alcuni hanno fatto il biglietto di ritorno per il lunedì, perché non si sa mai. Tanti sono pronti a saltare sui primi mezzi di trasporto disponibili già domattina. Ancora di più quelli che baratterebbero una domenica sul divano con una estemporanea trasferta marchigiana. I 200 e oltre tifosi di generazioni diverse che stasera alle 18 faranno sentire voce, orgoglio e presenza al palazzetto di Pesaro, sono solo un antipasto di quel che tante volte è stato e che tantissimi si augurano possa tornare ad essere. Un’invasione: macchie biancoblù che s'allargano a vista d'occhio sugli spalti. Già successo ad Assago, Desio, Rimini, Firenze...

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