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Il Cagliari esce tra i fischi Mertens rilancia il Napoli

di Roberto Muretto
Il Cagliari esce tra i fischi Mertens rilancia il Napoli

Scatta la contestazione dei tifosi, è la sesta sconfitta nelle ultime dieci gare

17 febbraio 2020
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INVIATO A CAGLIARI. Ahi, ahi Rolando. Il tuo "giocattolo" sembra essersi rotto. Col Napoli arriva un'altra sconfitta, la seconda di fila. I rossoblù hanno smarrito il filo conduttore che li aveva eletti squadra rivelazione del girone di andata. Ieri non c'è stata la prestazione come in altre occasioni, solo buona volontà e poche idee. In campo tanta confusione e il gol di Mertens che ha deciso la contesa è una punizione lieve per una formazione che nel recupero, tanto per fare un esempio, non è riuscita ad avvicinarsi all'area avversaria. I fischi che hanno accompagnato l'uscita dei giocatori dal campo (contestati anche all’uscita dello stadio) sono meritati. Quando sei tecnicamente inferiore all'avversario devi colmare il gap con la corsa, la determinazione, lo spirito da guerriero. Non c'è stato e i numeri sono impietosi: un solo tiro nello specchio della porta, scagliato nel finale da un difensore. Un'istantanea che spiega benissimo l'involuzione di un Cagliari che prima aveva il passo della lepre, adesso quello della lumaca. I punti in meno rispetto al girone di andata sono sei. Senza dimenticare che subisce gol da tredici gare di fila. Altro che Europa, meglio metterci una pietra sopra. Qui bisogna cominciare a guardarsi le spalle e conquistare prima possibile i punti che fanno stare al sicuro. La vittoria è diventata una chimera, manca dal 2 dicembre. Un'eternità. Il clima è pesante, Maran forse non rischia il posto ma a questo punto la trasferta di Verona diventa un incrocio pericoloso anche per lui.

Coraggio è una parola che l'allenatore del Cagliari pronuncia spesso. Maran dimostra di averne e viste le tante assenze decide di cambiare. Spazio a Pereiro schierato tra le linee. Per l'uruguaiano è la prima da titolare dopo i 15' che il mister gli ha concesso a Genova. Novità in difesa: Walukiewicz fa coppia con Klavan, Pisacane torna a fare il terzino destro. Il modulo è 4-3-2-1, con Joao che si abbassa tra le linee, Simeone terminale offensivo. Gattuso recupera Insigne che comincia dalla panchina, Elmas completa il tridente con Callejon e Mertens. In difesa torna Hysaj.

Le squadre tengono strette le linee tra i reparti e se la circolazione della palla è lenta, diventa complicato verticalizzare. E' una partita a scacchi, sia il Cagliari che il Napoli pressano alto, raddoppiano le marcature. Una aspetta un passo falso dell'altra per ripartire in velocità e trovare la giocata vincente. Il Cagliari ogni tanto perde le distanze e rischia per gli affondi di Elmas e Zielinski. Il palleggio della formazione partenopea è più "raffinato" e qualche problema lo crea perché il Cagliari si abbassa e fa fatica a ripartire. Spesso è costretto a lanciare lungo.

La ripresa comincia come era finita la prima frazione: Napoli che ha il controllo del gioco, Cagliari che conquista palla e riparte. Gattuso dopo un quarto d'ora inserisce Insigne al posto di Demme, abbassando Elmas sulla linea di centrocampo. Quella azzurra è una squadra molto sbilanciata in avanti, il segnale è chiaro: vuole provare a portarsi a casa i tre punti. Il Cagliari abbassa il baricentro, il pallino del gioco è nelle mani degli ospiti che passano con un gran bel gol di Mertens: il belga azzecca il giro giusto e la mette sul palo opposto. Cragno resta immobile.

Maran manda in campo Paloschi per Pereiro che ha dato tutto. Ora si gioca con le due punte, Joao Pedro fa il trequartista. Dentro anche Mattiello per Wlukiewicz, Pisacane torna a fare il centrale. L'idea è quella di aumentare la spinta sulla destra. Il Cagliari sembra non avere armi per riprendere la partita, ci prova più col cuore che con la testa. L'ultima carta è Birsa, fuori Cigarini. Il sussulto non c'è e il Napoli vince con merito. Al Cagliari restano i fischi dei tifosi di tutti i settori dello stadio. Assordanti.



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