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La Dinamo scherza col fuoco Roma nel silenzio sfiora il colpo

di Andrea Sini
La Dinamo scherza col fuoco Roma nel silenzio sfiora il colpo

Atmosfera surreale senza pubblico, sassaresi al riposo sul +19 ma nella ripresa rischiano Nessuna traccia della bella squadra di due mesi fa, decisivi in volata i liberi di Spissu e Smith

08 marzo 2020
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INVIATO A ROMA. Un palasport da 12 mila posti completamente deserto, le voci dei giocatori e il rumore della palla che sbatte sul parquet come unico sottofondo, un pugno di giornalisti a fondo campo per documentare il basket al tempo del coronavirus. Non è un allenamento, è una partita di serie A, ventiquattresima di ritorno, ma non sembra.

Deja vu. Non sembra neanche la Dinamo, quella che sbanca il PalaEur per 88-93 di fronte a una Virtus Roma ridotta ai minimi termini. I sassaresi di Pozzecco tornano alla vittoria al termine di un match condotto per tutti i 40 minuti, con un massimo vantaggio di 19 punti, ma non hanno molto da festeggiare: i padroni di casa, reduci da 8 sconfitte di fila, si sono presentati senza il centro titolare Jefferson e l’esterno Baldasso, ma hanno lottato sino all’ultimo, fallendo nel finale le triple della parità. Solo la buona sorte e un pizzico di sangue freddo hanno evitato ai sassaresi il remake della tremenda sconfitta di Trieste.

Dr Jekyll e Mr Hyde. Concreta e cinica per 20 minuti, la Dinamo ha poi viaggiato sul filo del rasoio. L’avvio a livello offensivo è ottimo, con la ricerca costante del gioco dentro l’area che premia Evans e Bilan. La difesa non è altrettanto reattiva e Buford tiene viva la Virtus: dall’11-16 si procede sino al 19-24 della prima sirena. Nella seconda frazione si vede il Banco migliore: Gentile ed Evans regalano immediatamente il +8 ai sassaresi (21-29), ma non è ancora il momento della fuga: la difesa biancoblù non lavora come dovrebbe e i padroni di casa accorciano immediatamente (27-29). Gentile alleggerisce la pressione piazzando una tripla preziosissime, il Banco intanto sistema le cose a livello difensivo e cambia passo: l’esterno di Maddaloni piazza altre due triple e da una transizione fulminea arriva il lob di Spissu per Evans che schiaccia il punto del 30-43 a 3’46” da metà gara. Il doppio timeout chiesto da coach Bucchi nel giro di 58 secondi non risolve i problemi dei capitolini, con Pini (4 falli) che non contiene Bilan. A metà gara la Dinamo è sul +19, 35-54.

Relax. Dopo l’intervallo Pozzecco ripropone il quintetto iniziale, che parte però decisamente rilassato e concede 8 punti facili nel giro di 2’15” (43-56 con Alibegovic). Il coach sassarese non vuole correre rischi e chiede timeout, ma la difesa continua a imbarcare acqua e la coppia White-Buford accorcia ancora sino al -12, 47-61. Ripartono le rotazioni, con il quintetto che si abbassa (Gentile al posto di Bilan), ma la sostanza resta la stessa: l’attacco biancoblù produce, la difesa è un colabrodo, e la Virtus accorcia ancora, con Buford che fa 56-65 a 3’20” dalla terza sirena. Il Banco resta in apnea, e tra un errore e l’altro a fine periodo il Banco riesce a conservare un prezioso +11, 62-73.

Scherzare col fuoco. I sassaresi provano a riordinare le idee ma intanto la Virtus ha preso giri. Smith trova finalmente una tripla (68-80 a 6’50” da fine gara), ma la Dinamo si taglia con un grissino e le triple di Barford e Kyzlink riaprono completamente il match, 74-80 a 5’. White si divora l’immediato -4, ma la Virtus ha pazienza mentre il Banco si squaglia: Alibegovic lascia sul posto Bilan, Barford arriva sino al ferro a siglare l’80-82 a 2’30”. Roma perde per falli anche Buford e Alibegovic ma ormai ci crede: a 1’20” il tabellone del PalaEur dice 84-85, Evans allunga ancora e i padroni di casa sbagliano le triple della parità con Barford e Webster. Nell’ultimo minuto Spissu e Smith fanno 0+1 dalla lunetta e a 11”9, sull’86-89, Bucchi chiede timeout. Sulla rimessa la Dinamo lavora bene e la Virtus commette un’infrazione di 5 secondi sanguinosa. Spissu e Smith stavolta non sbagliano dalla lunetta e finisce 88-93. Ma del Banco di 2 mesi fa non ci sono tracce.

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