La Nuova Sardegna

Sport

Azzurri verso Madrid con Cagliari nel cuore

di Enrico Gaviano

Il centrale di Monte Urpinu ancora una volta ha portato benissimo

09 marzo 2020
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CAGLIARI. I facili pronostici nello sport sono fatti per essere smentiti. Ma davvero, pensare che questa Corea del sud potesse minimamente impensierire l’Italtennis era pura fantascienza. E infatti sui campi in terra rossa del Tc Cagliari è finita 4-0 per gli azzurri, capaci di non perdere mai la lucidità nonostante l’assenza del pubblico sugli spalti, e di non concedere neanche un set agli asiatici nelle quattro partite disputate il 6 e 7 marzo

Niente pubblico. Necessario tornare sull’aspetto più triste delle due giornate cagliaritane intanto per sottolineare come i 3mila spettatori che avrebbero affollato le tribunale del centrale di Monte Urpinu, avrebbero reso lo spettacolo ben diverso oltre che regalato la possibilità agli appassionati della racchetta di vedere alcune giocate davvero pregevoli, in particolare di Fabio Fognini, davvero apparso in gran forma e pronto a tuffarsi, coronavirus permettendo, nei grandi tornei europei che punteggeranno il calendario da Montecarlo a Wimbledon.

Gli assenti. A Cagliari non erano presenti Matteo Berrettini e Jannik Sinner, il migliore azzurro del momento (numero 7 atp) e il talento emergente dal futuro praticamente assicurato. Cosa che ha scatenato qualche polemica. Innescata in particolare da Fognini. «Dico solo che io sono molto legato a questa maglia. Sarebbe stato comodo anche per me saltare questa trasferta. Berrettini era infortunato ma qualcun altro ha fatto altre scelte». Cioè Sinner, a cui la battuta del veterano azzurro, qui accompagnato dalla consorte Flavia Pennetta con i due piccoli nati dal matrimonio, è stata chiaramente indirizzata. Del resto in una squadra con tanti elementi forti (7 nella top 100 Atp), chiaro che un po’ di rivalità possano emergere.

Capitan Barazzutti. Il tecnico azzurro frena gli entusiasmi degli osservatori e prova a spegnere le polemiche che sembrano divampare fra i big italiani della racchetta. Lo fa intanto parlando delle prove dei suoi ragazzi nei confronti della Corea del sud. «Dico che in Coppa Davis non è mai facile – osserva subito – c’è da mantenere la concentrazione sempre, rispettare l’avversario e portare a casa i punti che servono per andare avanti. Lo abbiamo fatto con molta autorevolezza e credo che questa sia la cosa più importante.

Obiettivo Madrid. Sempre Barazzutti guarda senza però farsi opprimere dalla tensione, alla data del 23-29 novembre, quando si disputeranno le “Finals” a Madrid. «Beh, mancano ancora tanti mesi – dice subito per scacciare la possibilità che gli interlocutori possano sperare in risposte definitive –. In realtà dico che intanto vorrei portare in Spagna tutti quanti. Purtroppo il regolamento ci consente di scegliere solo 5 giocatori. Però detto questo, e sempre ricordando che in fondo a quella data ci separano sette mesi, dico sì, possiamo puntare in alto, non c’è dubbio. Ma davvero è troppo presto».

La carica del presidente. Più disposto a sciorinare un pronostico per Madrid è invece il cagliaritano Angelo Binaghi, il numero uno della federtennis italiana. «Non c’è dubbio che siamo una squadra da vertice, che si può giocare uno dei primi tre posti del torneo – dice subito –. Del resto, sommando il valore dei nostri giocatori, al momento ci precedono forse Spagna e Svizzera. Dunque possiamo anche pensare in grande. Intanto vediamo i tornei europei dove i nostri possono farsi valere, a cominciare da Montecarlo, per proseguire con Roma e Parigi, e ancora Wimbledon».

E Tokyo? Binaghi sulle Olimpiadi sembra un po’ più freddo. «Un appuntamento importante – dice –, in cui potremo entrare in zona medaglia, ma per me, confortato dal parere anche della federazione internazionale che regala punteggi ben diversi a chi vince uno slam o i Giochi, io preferisco un successo azzurro in un grande torneo mondiale»

Ritorno a Cagliari. Il Tc Cagliari, presieduto da Giuseppe Macciotta, ha superato un doppio esame: quello organizzativo, nonostante la delusione per la mancanza del pubblico, e quello di talismano dell’Italtennis, che su questa terra rossa ha vinto per la sesta volta su sei impegni disputati a partire dal 1968. «Chiaro che dopo quanto successo stavolta – dice Angelo Binaghi – la promessa del ritorno della Davis qui è d’obbligo. Non so quando possa accadere, ma di certo lo faremo. Si tratta di un debito di riconoscenza che dobbiamo pagare nei confronti di questo Circolo tennistico e di tutti gli sportivi sardi».

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