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Dal deserto allo stop il basket si ferma

di Andrea Sini
Dal deserto allo stop il basket si ferma

Dopo Roma-Dinamo, rinviate le gare della 24ª e 25ª giornata

09 marzo 2020
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INVIATO A ROMA. L’ultima a scendere in campo in un palazzetto pieno di tifosi, l’ultimissima ad avere giocato una partita ufficiale, per chissà quanto tempo. La Dinamo porta via dal gelo del PalaEur la vittoria numero 16 del suo campionato, ma la sensazione è che in futuro ben pochi si ricorderanno del risultato della gara giocata sabato sera di fronte a una decina di giornalisti infreddoliti e a nessun tifoso.

Il match tra Virtus Roma e Banco di Sardegna, uno dei due anticipi della ventiquattresima giornata della serie A (mezz’ora prima si è giocata Trieste-Pistoia), rischia di diventare uno spartiacque tra quanto avvenuto sinora nella stagione 2019-’20 e il possibile “nulla” che c’è dietro l’angolo.

The show must (not) go on. Già nell’immediato dopogara, si ventilava la possibilità che il campionato venisse fermato, poi ieri mattina il dubbio è diventato certezza: in seguito al nuovo decreto diramato dal Governo contenente misure urgenti di contenimento del contagio del coronavirus, la Lega Basket, in accordo con la Federazione Italiana Pallacanestro, ha deciso di rinviare le gare in programma nella giornata di ieri. Non solo: poche ore più tardi, ovvero a pomeriggio inoltrato, è arrivata una seconda comunicazione ufficiale che annuncia l’estensione della sospensione delle gare anche all’ottava giornata di ritorno, in programma domani, mercoledì e venerdì. Tra le partite che non verranno disputate c’è ovviamente anche la riedizione della finale scudetto dello scorso giugno, Dinamo-Reyer Venezia, inizialmente programmata a porte chiuse al PalaSerradimigni per venerdì alle 20.

Una stagione in freezer. La serie A si ferma per due giornate, dunque, e con il turno saltato il primo marzo fanno tre. Non è ancora un rinvio “sine die”, ma la sensazione è che si possa davvero andare a un blocco ancora più lungo o addirittura permanente dell’attività. Qualche decisione importante potrebbe arrivare già questo pomeriggio, con la seduta straordinaria del consiglio federale convocata per le 17 dal presidente della Fip Gianni Petrucci: all’ordine del giorno, ovviamente, ci sono le comunicazioni del presidente sullo stato emergenziale determinato dall’epidemia da Covid-19 e le eventuali conseguenti deliberazioni da adottare.

I possibili scenari. Con l’estendersi della cosiddetta zona rossa, e con il successivo blocco dei movimenti verso l’esterno deciso dal governo, l’opzione della disputa delle gare a porte chiuse sembra essere stata accantonata definitivamente: già sabato sera i giocatori della Virtus Roma hanno tentennato sino all’ultimo prima di scendere in campo, temendo un possibile contagio da parte di un giocatore di Latina (con cui avevano giocato un’amichevole nei giorni precedenti), inizialmente dato come positivo al Covid-19. E in serata diverse squadre hanno fatto marcia indietro: come Brindisi, che avrebbe dovuto scendere in campo a Venezia (appena inserita nella “nuova” zona rossa) e che già sabato notte ha annunciato che la squadra sarebbe tornata immediatamente in Salento. Da qui alla fine della stagione regolare (26 aprile), comprese le giornate saltate, mancano 12 turni, poi ai primi di maggio dovrebbero partire i playoff. Anche ammettendo che tutto torni alla normalità nel giro di un paio di settimane, è sostanzialmente impensabile che le squadre possano giocare 11-12 partite in 30 giorni. Senza contare che diversi giocatori americani sembrano intenzionati a lasciare l’Italia. Più che un campionato congelato, la sensazione è che la stagione 2019-’20 sia già morta e sepolta.

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