La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Dinamo

Porte aperte a Burgos la Dinamo fa dietrofront

di Andrea Sini
Porte aperte a Burgos la Dinamo fa dietrofront

I sassaresi si rifiutano di giocare in un palazzetto pieno e tornano a casa

10 marzo 2020
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Niente porte chiuse, niente basket. La decisione più difficile in quasi 9 anni di presidenza, Stefano Sardara la prende nel tardo pomeriggio di un giorno da cani: la sua Dinamo non scenderà in campo questa sera a Burgos in gara2 del primo turno dei playoff della Champions League. «Non siamo disposti a mettere a rischio la salute dei nostri giocatori e del nostro staff», è il sunto della nota che la società sassarese ha diramato intorno alle 21. «Abbiamo appena appreso dalla Basketball Champions League che non c’è intenzione da parte delle autorità spagnole di disputare la sfida di ritorno del Round of 16 a porte chiuse, permettendo così l’accesso ai tifosi alla partita di domani contro il San Pablo Burgos». Conseguenza: il Banco di Sardegna torna a casa. Marco Spissu e compagni questa mattina saliranno su un volo charter che li riporterà direttamente allo scalo di Fertilia. E tanti saluti alla Champions.

Botta e risposta. È l’ultimo atto di un confronto durato tutta la giornata, un botta e risposta fatto di comunicati, telefonate, pressioni e tentativi di mediazione andati a farsi benedire. La Dinamo in mattinata aveva diffuso una nota nella quale chiedeva di poter disputare il match a porte chiuse, «alla luce delle ultime notizie sulla repentina diffusione del Coronavirus nella provincia di Burgos. In assenza di tale misura precauzionale, necessaria per salvaguardare la salute di squadra e staff, la Dinamo lascerà Burgos senza disputare la gara». Un paio d’ore più tardi arrivava la risposta piuttosto piccata della società che ha sede nella provincia autonoma di Castiglia e Leon. «Esiste una normalità assoluta affinché l’incontro venga celebrato martedì (oggi, ndr) con la presenza di pubblico al palazzo. D’altra parte, va ricordato che la responsabilità ultima nel determinare se la partita si debba giocate a porte chiuse non riguarda i club coinvolti».

Una scelta dolorosa. La società biancoblù si è mossa attraverso tutti i canali istituzionali per provare a convincere sia gli avversari che, soprattutto, la federazione spagnola e la Fiba, organizzatrice della Champions League, ad accogliere la propria richiesta. Le ore sono trascorse nell’attesa che la soluzione di sbloccasse, poi intorno alle 19 la scelta definitiva. «La Dinamo Banco di Sardegna – si legge nel comunicato – esprime tutto il suo rammarico per la posizione assunta dalla Basketball Champions League in un delicato contesto di epidemia ad alto rischio di contagio come quello attuale, in un quadro che avrebbe sicuramente meritato le restrizioni richieste, peraltro già ampiamente in uso anche in Spagna». «La Spagna – ha aggiunto Stefano Sardara – in questo momento sembra l’Italia un mese fa, non ha ancora capito cosa dovrà combattere. La nostra priorità e responsabilità è salvaguardare il nostro gruppo e, senza le garanzie minime, non siamo disposti a mettere a rischio i nostri giocatori e il nostro staff».

I rischi. Ora la Dinamo rischia di venire eliminata da questa edizione della competizione, ma potrebbe anche correre il rischio di esclusa per il prossimo anno. Tutti rischi che la società, che pure con la Champions aveva sottoscritto un accordo quinquennale, ha deciso di correre non certo a cuor leggero, incassando anche la solidarietà e il sostegno del presidente federale Gianni Petrucci. Il basket e lo sport si fermano, ma la sensazione è che questa partita sia appena cominciata.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative