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Olimpiadi, ora il dubbio è soltanto sulle date

Olimpiadi, ora il dubbio è soltanto sulle date

Canada e Australia annunciano il ritiro, il Cio resiste ma il rinvio dei Giochi di Tokyo è ormai scontato

24 marzo 2020
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ROMA. Ogni giorno che passa, per le Olimpiadi di Tokyo la questione non sembra più essere “se”, ma piuttosto “a quando” rinviare l’evento sportivo più atteso dell’anno, in un mondo assediato dalla pandemia. E da più parti, arriva al Cio una richiesta di far presto a prendere decisioni, per non lasciare gli atleti nell’incertezza. All’indomani dell’annuncio del Cio che entro un mese verrà presa una decisione, il premier giapponese, Shinzo Abe, per la prima volta allude alla possibilità di uno slittamento della data di inizio, mentre comitati olimpici e federazioni spingono per uscire dall’ambiguità e per un rinvio al 2021, ma dalla Russia, peraltro esclusa dai Giochi, arriva il suggerimento di «non farsi prendere dal panico». I primi “messaggi” della giornata arrivano dal Canada e dall’Australia; il comitato di Ottawa annuncia che non manderà i suoi atleti a Tokyo quest’estate raccomandando uno spostamento di un anno, una posizione supportata dalle commissioni di atleti, federazioni e governo; quello di Canberra invece invita i suoi atleti a prepararsi per partecipare ai Giochi nel 2021. Il direttivo dell’Aoc ritiene che una squadra australiana «non può essere formata in una situazione di continuo cambiamento» e pertanto gli atleti devono programmare la preparazione per l’anno prossimo.

Le Olimpiadi sono programmate dal 24 luglio al 9 agosto e le Paralimpiadi dal 25 agosto al 6 settembre, date ritenute troppo vicine vista la situazione globale della pandemia e del caos in cui sono precipitati i programmi di preparazione degli atleti e i tornei di qualificazione a causa del generalizzato blocco delle attività e degli spostamenti inter e infra nazionali. Il presidente del comitato organizzatore di Tokyo 2020, Yoshiro Mori, ammette che si stanno già analizzando scenari alternativi. «Non è una decisione facile e nessuna scelta è stata fatta», dice, aggiungendo che le principali difficoltà risiedono nell’ascesa repentina dei costi e la disponibilità futura degli impianti. «Rinviare» è l’unica soluzione possibile, secondo il n.1 dell’atletica mondiale, Sebastian Coe, che argomenta dal punto di vista degli atleti la richiesta di avere presto date certe: chi si prepara alle Olimpiadi vive oggi «una situazione di disparità» negli allenamenti, con atleti che si allenano normalmente, altri che vedono saltati i tornei di qualificazione, altri ancora che non possono neanche uscire di casa.

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