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La Serie A pensa al taglio degli ingaggi

La Figc prepara proposte da presentare al Governo, ma a costo zero

25 marzo 2020
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MILANO. Tagliare gli ingaggi in percentuali diverse in base all'entità, a scaglioni come in passato di fronte a un fallimento societario. È una delle soluzioni su cui la Serie A lavora per contenere le perdite economiche causate dall'emergenza coronavirus. L'Assocalciatori non è contraria, attende scenari più chiari. Ancora non vengono azzardate ipotesi di date sulla ripresa dei campionati, ma la Lega A ha elaborato diversi scenari, con ricadute più pesanti qualora la stagione sia tronca.

«Per me il campionato finisce qui. L'anno prossimo si potrebbe giocare a 22 squadre - dice a Radio Radio il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, e altri club a metà classifica la pensano così - Il Benevento che in Serie B, ha 69 punti che deve dire? Non può restare a guardare. Scudetto? So che Lotito mi odierà ma così è la vita. Per me finisce così, con queste posizioni».

Secondo altre tesi, il campionato va concluso, anche sforando di qualche mese nella prossima stagione, con i contratti dei giocatori in proroga. Nell'ennesima riunione delle società in conference call, questa volta non si è parlato di quando si potrebbe riprendere a giocare o ad allenarsi, ma di come fronteggiare la crisi. C'è una serie di obiettivi per cui serve un intervento del Parlamento e quindi al momento vanno messi da parte, come la riforma della legge Melandri sui diritti tv.

Tutte queste necessità, assieme agli scenari di perdite che vanno da 160 milioni di euro a oltre 700 fra botteghino, sponsor e diritti tv, sono state messi nero su bianco in documento inviato alla Figc, che ha raccolto le esigenze anche della Lega B e dellaLega Pro.

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