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«Le mie giornate tra guanti mascherine e playstation»

di Roberto Muretto
«Le mie giornate tra guanti mascherine e playstation»

Il pugile Manuel Cappai è in quarantena dopo aver partecipato al torneo di Londra «Mai mi sarei aspettato una cosa del genere. Decisione saggia rinviare le Olimpiadi»

28 marzo 2020
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QUARTU. Dal 20 marzo, giorno in cui è tornato da Londra, è chiuso nella sua cameretta. Mascherina, guanti e la playstation sono diventati i suoi inseparabili "amici". Manuel Cappai è in quarantena. Il pugile di Quartu rientrato dal torneo valido per le qualificazioni alle Olimpiadi, trascorre le sue giornate tra quattro mura. «Esco solo per i pasti - racconta - e devo

stare lontano dai miei genitori. Quindi li consumo da solo». E' quasi arrivato a un punto di saturazione ma sa che il 3 aprile, quando il periodo di isolamento sarà terminato, la sua vita non tornerà alla normalità perchè le restrizioni saranno ancora in vigore. «Trascorro il tempo provando ad allenarmi nonostante abbia un problema alla mano - spiega -. Gioco al computer con i miei amici di Quartu e devo dire che grazie a loro le giornate mi sembrano meno lunghe».

La trasferta di Londra, organizzata in fretta e furia prima che la pandemia si estendesse a tutta Italia, è stato un errore che la Federazione internazionale ha commesso. Per poi sospendere in corsa un torneo che invece andava rinviato da subito. «Siamo partiti dieci giorni prima per paura che chiudessero i voli per l'Inghilterra. Ho dovuto fare i bagagli a tempo di record. A Londra ci siamo allenati, lavita era normale non c'erano restrizioni. Anche noi qualche volta siamo usciti dall'albergo ma per rientrare quasi subito. Prendevano in giro gli italiani perchè avevamo adottato certe misure, anche il loro Premier ha preso la cosa alla leggera. Ora, purtroppo, anche lui è positivo al coronavirus. È stata una trasferta secondo me inutile, un torneo falsato che non dovevanemmeno cominciare. Tra l'altro non si sa se i combattimenti svolti saranno ritenuti validi. Nel frattempo le Olimpiadi sono state rinviate al 2021. Questo il pensiero di Manuel: «Cosa c'è di più importante della salute? Personalmente credo niente. Una decisione giustissima per tutelare gli atleti, senza i quali le Olimpiadi non esisterebbero». Cappai non è certo della partecipazione ai Giochi. Se la giocherà con Federico Serra, pugile di Porto Torres, che a Londra non era presente. «Questo è un argomento delicato - afferma - del quale preferirei non parlare. Sarà la Federazione a decidere chi andrà a Tokio. Come? Domande alle quali non ho una risposta, vedremo più avanti che decisioni assumeranno».

Tornando alla quarantena, Cappai racconta: «Sono a casa e non posso aiutare la mia famiglia. Devo stare lontano da tutti per rispettare il protocollo. I miei, a turno, escono ogni tre giorni per fare la spesa. Io mangio e basta e questo un po' mi dispiace. Sono uno che fa una gran fatica a stare fermo, per me è un supplizio».

Il pugile quartese si dovrà armare di pazienza perchè la situazione, al momento, è lontano dal tornare alla normalità e, forse, anche quando tutto sarà finito, certe precauzioni dovranno diventare abitudini che dovremo fare nostre. «Sto già pensando come trascorrere il tempo dopo la quarantena - conclude -. Mi allenerò nella palestra che abbiamo su in giardino realizzata da papà (Fabrizio, ex pugile, nello staff tecnico azzurro ndr). Sento i compagni che sono stati con me a Londra, per fortuna nessuno di loro è positivo. Stiamo vivendo un incubo, chissà quando finirà».

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