Le magliette della Torres vanno all’asta
Raccolta fondi su Facebook della società sassarese legata all'emergenza coronavirus
SASSARI. Il campionato di serie D è fermo e nessuno può dire cosa accadrà e quale sarà il destino della stagione 2019-’20. Ma anche nell’inattività forzata, in casa Torres si prova a dare un senso a queste settimane senza calcio.
La società rossoblù ha deciso di mettere all’asta le maglie utilizzate da Giacomo Demartis e compagni durante la prima parte del campionato, che al momento vede i sassaresi in terza posizione alle spalle della capolista Turris e dell’Ostia Mare.
Un’iniziativa che ha come obiettivo la raccolta di fondi da destinare a cause benefiche legate all’emergenza Covid-19 nel territorio. «Dopo una prima iniziativa – si legge nella nota della società guidata da Salvatore Sechi –, che ha consentito di destinare al 118 di Sassari materiale per la sanificazione indispensabile per la protezione di uomini e mezzi dal virus Covid-19, la Torres ha deciso di avviare aste on line delle due mute di maglie (casa e trasferta) indossate nella prima parte del campionato. Le maglie saranno acquistabili dai tifosi, e da chiunque vorrà partecipare all’iniziativa, e l'intero ricavato sarà destinato alla solidarietà, con acquisto di materiali necessari per la prevenzione dei contagi in ambienti ad alto rischio della città di Sassari».
L’asta partirà da oggi: ogni giorno, alle 11 e alle 20 sulla pagina ufficiale Facebook “Torres Sassari” saranno presentate due maglie e da quel momento i tifosi avranno un’ora di tempo per i rialzi su Messenger. Sulla home della pagina sarà indicato il prezzo man mano che arriveranno le offerte private. I rialzi avverranno in forma anonima e ai vincitori saranno comunicate le modalità per i pagamenti che avverranno via Paypal o tramite bonifico a conto corrente.
«Tutto avverrà nella totale trasparenza», assicura la società, che «si impegna a rendere conto della cifra complessiva raccolta una volta concluse e della destinazione dei fondi a seconda delle esigenze riscontrate in città».