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i ricordi di grudina  

«Ho detto di no anche a un certo Van Basten»

«Ho detto di no anche a un certo Van Basten»

CAGLIARI. Giampaolo Grudina, 64 anni, oggi allena il Seui Arcueri in Prima categoria, ma in passato ha avuto modo di calcare, giocando nel ruolo di portiere, i palcoscenici più importanti. «Fra tutte...

20 aprile 2020
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CAGLIARI. Giampaolo Grudina, 64 anni, oggi allena il Seui Arcueri in Prima categoria, ma in passato ha avuto modo di calcare, giocando nel ruolo di portiere, i palcoscenici più importanti. «Fra tutte le esperienze avute da calciatore, quella col Cagliari è stata sicuramente la più negativa in assoluto e non mi vergogno a dirlo. Ero stato ingaggiato nell’estate del 1974, avevo 18 anni e arrivavo dall’Iglesias, con cui l’anno precedente avevo giocato un bel campionato in serie D. C’erano tanti stimoli e motivazioni, ma il sogno di esordire in serie A non si concretizzò, e per tutta la stagione rimasi ai margini della prima squadra. Nei due anni successivi le cose non cambiarono, anzi addirittura venni relegato con la squadra Primavera. Siccome non volevo correre il rischio di bruciarmi troppo presto, decisi di andare via. Nel 1982/83 il Cagliari mi richiamò, ma anche in quel caso non giocai neppure una gara, così in estate non ebbi esitazioni ad accettare le proposte del Livorno».

«Con i labronici vinsi il campionato di C2, fui il portiere meno battuto di tutte le categorie professionistiche, subendo appena 7 gol in 32 partite, record tuttora imbattuto. Questa mia performance aveva suscitato il forte interesse del Pisa, che mi aveva fatto seguire diverse volte ed era appena retrocesso dalla serie A, la trattativa andò felicemente in porto e fu l’inizio di un’ascesa che mi avrebbe portato a giocare da titolare in serie A». «A Pisa ebbi modo di conoscere il presidente Romeo Anconetani, una persona molto generosa e soprattutto capace di farsi voler bene. Era un profondo conoscitore del calcio e lo dimostrò portando a Pisa calciatori dal grande talento poi affermatisi in campo internazionale, come Carlos Dunga, Diego Simeone, Klaus Berggreen e Wim Kieft. Lo vedevi arrivare con sacchetti di sale grosso che poi spargeva in ogni zona del campo in segno scaramantico. Una domenica in cui giocavamo in casa improvvisamente era piombato nel nostro spogliatoio accompagnato addirittura da una maga, per esorcizzare a suo giudizio, tutto ciò che poteva portarci sfortuna. Pisa e il Pisa mi hanno dato davvero tanto e lo dimostra il fatto che ci abbia vissuto per ben 5 anni, dal 1984 al 1989. Ho esordito in serie A il 27 aprile del 1986 nel derby con la Fiorentina, ho vinto 2 Mitropa Cup, ho conquistato due promozioni dalla B, una salvezza nella massima divisione. Il rigore parato a Virdis in occasione di un Milan-Pisa nel 1989,me lo ricorderò sempre. Tra l’altro in quella gara azzeccai tutto e non riuscì a farmi gol nemmeno un certo Marco Van Basten».

Stefano Serra

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