ciclismo
«È un grande passo ma ancora...»
Viviani e la ripresa degli allenamenti: il calcio? Situazione differente
29 aprile 2020
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ROMA. «È bello apprendere che, fra qualche giorno, torneremo a pedalare in strada: questa è davvero un'ottima notizia. Cercheremo di riprendere presto a pieno regime, con i ritmi giusti d'allenamento, anche se non tutto torna alla normalità dal 4 maggio».
Elia Viviani si prepara a uscire dall'incubo coronavirus come molti suoi colleghi e a risalire in sella - non solo virtualmente - per riprende a pedalare sull'asfalto o su pista, i suoi terreni di conquista. Il pluricampione europeo e olimpionico nell'Omnium a Rio 2016, dopo il periodo di pausa forzata, dalla prossima settimana, cercherà di andare a caccia di un pò di normalità. Non fa salti di gioia, però, l'azzurro. Il motivo sta nei fatti, oltre che nelle parole: «Dovremo convivere con questo virus, quindi prendere tutte le precauzioni possibili: dalla distanza di oltre un metro l'uno dall'altro, alle mascherine; inoltre dobbiamo continuare a rimanere in casa il più possibile. Però, il provvedimento per noi ciclisti, è un grande passo. Certo, il ritorno alle gare è ancora lontano, ma poter tornare su strada è troppo importante dopo quasi due mesi di allenamento sui rulli». Ci sono discipline, come il calcio, che si sentono penalizzate. Non erano pochi a ipotizzare una ripresa degli allenamenti già al 4 maggio, come in Germania, sia pure con le dovute cautele. «Sinceramente - il pensiero dello sprinter veneto - penso sia una situazione delicata e totalmente diversa rispetto a quella del ciclismo. E poi, questo non è un 'liberi tutti’: il nostro allenamento prevede di prendere la bici per allenarci da soli«.
Elia Viviani si prepara a uscire dall'incubo coronavirus come molti suoi colleghi e a risalire in sella - non solo virtualmente - per riprende a pedalare sull'asfalto o su pista, i suoi terreni di conquista. Il pluricampione europeo e olimpionico nell'Omnium a Rio 2016, dopo il periodo di pausa forzata, dalla prossima settimana, cercherà di andare a caccia di un pò di normalità. Non fa salti di gioia, però, l'azzurro. Il motivo sta nei fatti, oltre che nelle parole: «Dovremo convivere con questo virus, quindi prendere tutte le precauzioni possibili: dalla distanza di oltre un metro l'uno dall'altro, alle mascherine; inoltre dobbiamo continuare a rimanere in casa il più possibile. Però, il provvedimento per noi ciclisti, è un grande passo. Certo, il ritorno alle gare è ancora lontano, ma poter tornare su strada è troppo importante dopo quasi due mesi di allenamento sui rulli». Ci sono discipline, come il calcio, che si sentono penalizzate. Non erano pochi a ipotizzare una ripresa degli allenamenti già al 4 maggio, come in Germania, sia pure con le dovute cautele. «Sinceramente - il pensiero dello sprinter veneto - penso sia una situazione delicata e totalmente diversa rispetto a quella del ciclismo. E poi, questo non è un 'liberi tutti’: il nostro allenamento prevede di prendere la bici per allenarci da soli«.