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Il basket assaggia la crisi ora anche Cremona trema

di Andrea Sini
Il basket assaggia la crisi ora anche Cremona trema

Il patron Vanoli annuncia: «Budget ridotto all’osso, impossibile andare avanti» La lista delle 18 partecipanti alla serie A potrebbe subire importanti modifiche

22 maggio 2020
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SASSARI. Chi ha spalle larghe per continuare a puntare in alto, chi in qualche modo prova a parare il colpo e chi, suo malgrado, si trova a un passo dal dover alzare bandiera bianca. La serie A di basket 2020-’21 avrà 18 squadre, ma questa certezza – ammesso che di certezza si tratti – è già in piena rotta di collisione con le crisi societarie già in atto. La lista delle partecipanti, da qui a un mese, potrebbe subire variazioni di rilievo.

Scricchiolii sinistri. Il ripescaggio di Torino, deciso sulla base del ranking determinato dalla Lega, ha riportato a un numero pari la composizione della serie A, dopo un anno a 17 squadre. Ma nel frattempo sono esplose le prime due crisi vere e proprie: la prima riguarda la Virtus Roma, con l’annuncio del disimpegno da parte del patron Claudio Toti; la seconda, assai meno attesa, ha come protagonista Cremona, con il patron Aldo Vanoli che ha scritto un lettera aperta per spiegare come, a causa della crisi che ha investito le aziende del territorio, il budget si è ridimensionato a tal punto da rendere impossibile “il proseguimento dell’attività sportiva e poter garantire come in passato il rispetto degli impegni assunti”. La Vanoli di coach Meo Sacchetti e del capitano Travis Diener, negli ultimi anno si era proposta come una delle realtà provinciali più interessanti della serie A.

Altre incognite. A queste due situazioni particolarmente critiche, vanno aggiunti i punti interrogativi che circondano da tempo la Vuelle Pesaro, oltre alla “variabile impazzita” rappresentata dallo svolgimento di parte del torneo a porte chiuse: un’eventualità che metterebbe con le spalle al muro più di un club. La Lega è pronta a pescare dal ranking i nomi delle possibili sostitute, ma le prospettive non sono comunque rosee.

La Fip resta in guardia. Durante il consiglio federale che si è tenuto ieri, il presidente Gianni Petrucci ha detto che «i messaggi lanciati da diversi proprietari non saranno inascoltati. La Fip – è stato ribadito – ha già varato un cospicuo piano in aiuto delle società e nelle prossime settimane si impegnerà per supportare ancora, con ulteriori sconti attraverso le Leghe, coloro i quali rappresentano il futuro del nostro sport. Coloro i quali oggi si stupiscono della situazione attuale non so davvero dove vivano. Il momento che stiamo attraversando è uno dei peggiori dal dopoguerra e non solo nel nostro Paese. Il settore che più ne risentirà, a mio avviso, sarà lo sport professionistico perché ad essere in crisi sono le aziende e gli imprenditori che sono costretti a dover programmare tagli dolorosi alle imprese sportive che finanziano, pur di salvaguardare i propri dipendenti. Il mio è un grido di allarme per portare all’attenzione del Governo il tema del credito d’imposta sulle sponsorizzazioni sportive».



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