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Pozzecco-Dinamo tutto come prima

di Andrea Sini
Pozzecco-Dinamo tutto come prima

Chiarimento tra Sardara e il coach: «Avanti insieme»

16 giugno 2020
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SASSARI. Questo divorzio non s’ha da fare. Magari non mai, ma di certo non oggi. Anche se qualche piatto è volato e probabilmente volerà ancora; anche se le fedi ancora lucide erano ormai chiuse nei cassetti e persino i rapporti con il terzo incomodo avevano raggiunto i contorni del flirt.

Gianmarco Pozzecco non lascia la Dinamo, la Dinamo non lascia andare il suo amatissimo coach, e questa alla fine è la notizia più importante. A comunicarla in diretta streaming al popolo biancoblù, incollato davanti agli schermi come neanche durante una finale scudetto, sono stati gli stessi interessati, che hanno messo la pietra tombale sulle 24 ore più folli, chiacchierate e sorprendenti della storia recente. È mancata la scena della doccia, che avrebbe spinto la suspense a livelli da Oscar, ma gli ingredienti per il thriller stavolta c’erano davvero tutti.

Si va avanti. «Gianmarco Pozzecco resta l’allenatore della Dinamo – ha detto il presidente Stefano Sardara – è stata fatta una tempesta in un bicchiere d’acqua mentre noi tutti ci eravamo soltanto fermati a riflettere». «Entrambi viviamo la Dinamo in modo viscerale – gli ha fatto eco il coach –. Ma non vi preoccupate, continueremo a farlo».

L’improvvisa schiarita è arrivata proprio quando tutti si attendevano l’ufficialità di un divorzio dato per certo per tutta la giornata di domenica, e si interrogavano sul nome del successore.

Le parole di Sardara. «Il periodo che abbiamo vissuto durante e post Covid-19 ci ha aiutato a riflettere – ha raccontato un Sardara piuttosto contrariato –, con Gianmarco in questi giorni ci siamo detti che era l’occasione per fare un check sul nostro rapporto, in primis d’amicizia e poi lavorativo. Durante la pausa di riflessione, che per la verità è durata soltanto pochi giorni, siamo rimasti sconcertati dall’approccio alle notizie del mondo che circonda la pallacanestro. È partita una torcida di cinquanta sfumature di c……, ne ho letto alcune davvero grosse. Il mondo del basket deve cogliere l’occasione per migliorarsi, quando succedono queste cose bisogna rispettare le scelte della società. Il punto è che Gianmarco Pozzecco resta l’allenatore della Dinamo».

«Il basket deve imparare a maturare in quel che dice e quel che fa – ha aggiunto Sardara, che guida la Dinamo dal 2011 –. Dobbiamo restare calmi, tutto questo non fa bene al movimento, non serve necessariamente raccontare le cose in maniera irriverente. Dopo tutte le cose che sono state dette e scritte in questi giorni, se tra me e lui ci fosse stato un altro tipo di rapporto e non avessimo saputo reciprocamente la verità, si sarebbe davvero rotto tutto. Ci preme raccontarvi che da due quasi anni abbiamo iniziato un percorso con Gianmarco, che sta facendo molto bene a Sassari. Lavorare da amici è complicato, perché serve sempre vivere in una tensione positiva. Faremo ulteriori check e probabilmente litigheremo ancora, magari tra un anno o due ci accorgeremo che ci servirà qualcosa di diverso e ci saluteremo. Ma non era questo il momento di lasciarci perché entrambi vogliamo la stessa cosa. Chiediamo però rispetto e un approccio differente alle notizie del mondo Dinamo, dopo questa esperienza ne usciamo rafforzati e abbiamo verificato dove possiamo ancora migliorare».

Poz dixit. Gianmarco Pozzecco, preso in giro dal presidente per essere tuttora restio a mettere il naso fuori di casa, ha dato la sua versione dei fatti. «Sono stati giorni di riflessione che chiaramente hanno provocato in me una tempesta ormonale legata al fatto che avessi preso in considerazione la possibilità di lasciare la Dinamo. Professionalmente sono cose che si devono fare e non è semplice coniugare tutto. Io vivo lo sport in modo anomalo rispetto alla media. Fin da quando ero un piccolo cestista ho sempre giocato per emozionarmi. Ora la gratificazione più grande è guardarmi indietro e avere la possibilità di rivedere questi mesi fantastici che grazie allo sforzo della società e di un’isola intera abbiamo vissuto, emozionandoci. Io e Stefano viviamo la Dinamo in modo viscerale. Forse troppo? Sì. Ma non vi preoccupate, continueremo a farlo, nella speranza di non litigare. Se ci tireremo ancora qualche piatto, cercheremo almeno di non colpirci... Continueremo a farlo per il bene di questa società, per provare a vivere nuove emozioni».

“Nel mondo sportivo odierno ho capito cosa ha spinto Gigi Riva anni fa a fare determinate scelte. In questi giorni ho sofferto molto, ora sono pronto e non vedo l’ora di abbracciare il mio staff e i giocatori. Pur di abbracciarli sono disposto a pagare le multe previste dal governo. Quando lo decideremo sarete i primi a saperlo ma quando lo deciderete non saremo noi i primi a saperlo. Ad oggi non sono mai andato via e non abbiamo mai litigato».

Dietro le quinte. Tutto inventato, dunque, tutto frutto della fantasia? Non proprio. La pausa di riflessione è stata in realtà talmente profonda e necessaria che durante la settimana il coach aveva effettivamente maturato l’idea di gettare la spugna. Un’idea comunicata alla società e, pare, anche ad alcuni giocatori. È a quel punto che la dirigenza biancoblù si è messa in moto per cercare un sostituto, individuando nell’esperto coach croato Jasmin Repesa il profilo ideale per ripartire se fosse stato eventualmente necessario resettare il progetto tecnico. Con l’ex allenatore dell’Olimpia Milano era anche iniziato un confronto generale legato a giocatori, prospettive e persino al vil denaro. C’è stato però un momento, tra sabato notte e domenica, proprio mentre una fuga di notizie incendiava i social e spingeva i giornalisti a fare – come necessario – tutti gli approfondimenti e le verifiche del caso, in cui le due parti hanno deciso di innestare la retromarcia e riprendersi. Come fanno gli innamorati, ma soprattutto come fanno le persone intelligenti quando ritengono che si ail caso.

Per il bene di tutti, soprattutto per quello della Dinamo, Gianmarco Pozzecco resta a Sassari e Stefano Sardara si dimostra ben lieto di averlo ancora al comando della squadra biancoblù. Forse non è stata una tempesta, ma di certo era qualcosa di decisamente più grosso di un bicchiere d’acqua. Tu chiamale, se vuoi, pause di riflessione.

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