sardegna arena post-covid
In Curva Sud i Quattro mori hanno preso il posto dei tifosi
CAGLIARI. La musica nel prepartita è ad altissimo volume. E in qualche modo riempie l'aria e fa compagnia. Perché allo stadio non c'è quasi nessuno. Trecento persone ammesse ai cancelli, giocatori e...
28 giugno 2020
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CAGLIARI. La musica nel prepartita è ad altissimo volume. E in qualche modo riempie l'aria e fa compagnia. Perché allo stadio non c'è quasi nessuno. Trecento persone ammesse ai cancelli, giocatori e arbitri compresi. I punti più affollati, si fa per dire, sono il campo e la tribuna stampa. Per il resto si fa quello che si può. La curva sud, ad esempio, è piena: non di spettatori, certo, ma di bandierine dei quattro mori, “sedute” al posto dei tifosi. La società ne ha sistemato tremila intorno a una grande bandiera, sempre con il simbolo della Sardegna. Quando il vento si muove e le bandierine si muovono, quasi quasi sembra che ci sia davvero qualcuno.
Nei distinti, invece, al centro c'è un maxi striscione con la scritta “Il Cagliari prima di tutto”. E i seggiolini sono addobbati con i colori rossoblù è ancora con le bandiere dei quattro mori.
Presenti tra gli altri anche gli striscioni delle scuole elementari e medie di Gonnesa e dell'istituto comprensivo Allori di Iglesias. Intorno allo stadio, il deserto. Niente file, niente auto parcheggiate: alla Sardegna Arena sembra che ci sia un allenamento, non una partita di serie A.
Rigorosi i controlli per l'accesso: prima tappa al botteghino per il ritiro dei pass, ma bisogna compilare anche una autocertificazione di qualche pagina e firmarla. Poi la misurazione della temperatura e finalmente l'accesso in tribuna. Con le regole ben note: mascherine sul volto e schieramento “a zona” (e non a uomo) con le distanze anti Covid. L'ingresso in campo? Il rituale che ormai stiamo imparando a conoscere: arbitri da soli, poi il Torino, da solo. E ultimo il Cagliari: cessa la musica, vince il silenzio.
Stefano Ambu
Nei distinti, invece, al centro c'è un maxi striscione con la scritta “Il Cagliari prima di tutto”. E i seggiolini sono addobbati con i colori rossoblù è ancora con le bandiere dei quattro mori.
Presenti tra gli altri anche gli striscioni delle scuole elementari e medie di Gonnesa e dell'istituto comprensivo Allori di Iglesias. Intorno allo stadio, il deserto. Niente file, niente auto parcheggiate: alla Sardegna Arena sembra che ci sia un allenamento, non una partita di serie A.
Rigorosi i controlli per l'accesso: prima tappa al botteghino per il ritiro dei pass, ma bisogna compilare anche una autocertificazione di qualche pagina e firmarla. Poi la misurazione della temperatura e finalmente l'accesso in tribuna. Con le regole ben note: mascherine sul volto e schieramento “a zona” (e non a uomo) con le distanze anti Covid. L'ingresso in campo? Il rituale che ormai stiamo imparando a conoscere: arbitri da soli, poi il Torino, da solo. E ultimo il Cagliari: cessa la musica, vince il silenzio.
Stefano Ambu