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Dinamo, un’estate rovente «Ma noi stiamo sul pezzo»

di Mario Carta
Dinamo, un’estate rovente «Ma noi stiamo sul pezzo»

Il presidente Sardara fra mercato, caso-Torino, A1 donne e lavori al palazzetto «Il covid non inciderà sulle nostre ambizioni, che restano alte. Coi piedi per terra»

30 giugno 2020
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SASSARI. Presidente Stefano Sardara, la sua Torino resta nel limbo fra A e A2. Cede? La cede? Aspetta?

«Mi sa che sarà Lega2: il 4 agosto quando si deciderà la Dinamo sarà già in ritiro e non vedo i tempi per costruire una serie A, lì. Ma il progetto è dare la squadra alla città di Torino, io non ho intenzione di mantenerne due. E non è detto che chi subentra non possa farlo subito. Deluso? Lo sapevamo, ma per quanto dolorosa per noi, è stata una scelta razionale».

Sassari in primo piano allora, in A. Che serie A? 18 milioni di budget Bologna, e Milano...

«Non lo so, Milano forse va sui 28 ma le differenze ci sono sempre state, e aveva un budget da Milano anche gli anni nei quali l'abbiamo battuta. Lo scorso anno la Supercoppa l'abbiamo vinta noi... La differenza di budget grazie a Dio non è l'unico parametro, contano anche la quantità e la qualità del lavoro, ed è così che si colma la differenza».

Ma ora ci si mette anche la Virtus Bologna.

«La Virtus c'era già, al comando dall'inizio alla fine come noi siamo stati secondi dall'inizio alla fine. Ci sta, prima erano Milano e Siena ma tutti dimenticano Venezia, la squadra che nell'ultimo lustro ha vinto più di tutte».

Giusto il 26 giugno il quinto anniversario del triplete di cinque anni fa. Adesso un'altra tripletta: A maschile, A1 in carozzina e A1 femminile, unica società in Italia. Ma perché il femminile? Così, subito, dall'alto?

«La carrozzina c'era già, la femminile è il nostro completamento, per un basket in senso ampio. È un'idea che coltivavamo da anni e non appena si è presentata l'occasione l’abbiamo colta».

Raccogliendo consensi ma anche qualche critica.

«Noi abbiamo fatto. Ogni volta che facciamo qualcosa rischiamo di scatenare invidie, che palle... C'è sempre chi dice ma come mai, ma perché... e allora, come si dice a Sassari, fallu du. Fallo tu. Chi te lo impedisce, di farlo? È sempre stato così, sin dall'iniziativa dell'Academy a Cagliari. Basta».

Vede rosa.

«La femminile è un'operazione per tutto il territorio, a 360 gradi, come sempre per la Dinamo. Certo, parlando di A1 c'è la necessità di fare uno step in più, ma ci penseremo da domenica».

Shane Lawal si è proposto come coach.

«Ci sentiamo spesso, sta facendo un bel percorso come coach della femminile. Non è detto che più avanti...»

E intanto partono i lavori per l'ampliamento del PalaSerradimigni. Cosa comporta?

«Comporta una necessaria ma compatibile convivenza con il cantiere. Abbiamo incontrato impresa e Comune, abbiamo trovato massima disponibilità e siamo sereni. Più lavoro fanno e più siamo felici tutti, abbiamo lo stesso obiettivo».

Come va con Pozzecco? Si dice che, dopo una lite di coppia, il legame si rinsaldi.

«Con Gianmarco va come andava prima e come andrà domani. Poi è vero, a volte ci si rafforza invece di allontanarsi, quando ci si limita a una discussione di... coppia, chiamiamola così, tutto finisce come è nato. Se si mettono altre persone di mezzo nasce il casino, ma non è accaduto. poNon è stato il primo e non sarà l'ultimo confronto fra di noi».

Cosa pensa del mercato?

«Lo sto seguendo zero, ci pensano Fede e Gianmarco. Abbiamo preso giocatori in linea con i nostri standard e con la nostra linea di gioco».

Una novità di... linea c'è, però. Avete abbandonato la strada dell'esperienza e dei "nomi", dei Jerrells e McLean, giusto per farne due.

«La nostra linea resta quella dei Cooley e dei Rashawn, dei Tillman e dei Burnell. Poi, ogni tanto un po' di esperienza serve e ci proviamo. Ma a volte fa più differenza la "fame", e qualcuno ne ha meno di altri».

In Germania e in Spagna si gioca, con Polonara finalista nel Baskonia. Pentito di aver appoggiato la scelta di sospendere tutto in Italia?

«Credo che tutti quelli che stanno giocando oggi, poi dovranno fare i conti con il futuro. Rispetto la loro scelta ma noi fra un mese saremo in ritiro e loro staranno concludendo il campionato rischiando di compromettere non una ma due stagioni. La nostra è stata una scelta di buon senso e ci ha permesso di preservare anche gli aspetti economici di tutti gli attori, oltre a quelli legati alla salute. E Polonara? Strafelice per lui».

Obiettivo post-covid, per la Dinamo?

«Tutto si riproporziona per tutti ma eravamo ambiziosi prima e restiamo ambiziosi adesso, sempre con i piedi ben saldi per terra però».

Che risposta dagli abbonamenti triennali, mai visti prima al mondo?

«Molto positiva, c’è un rapporto 50/50 fra triennali e annuali. Ma ora ci fermeremo un attimo per capire bene tutto, anche per ragionare in base al discorso-capienza».

Vacanze?

«Non è per adesso, vediamo se sarà possibile in agosto. Ora abbiamo tanti progetti in ballo e stiamo sul pezzo. Torino, la Nba in ritardo, non ci sarà Summer League e rischiano di chiudere le frontiere negli Usa. Dobbiamo pensare a tutto. Anche a farci recapitare gli americani per tempo, magari via corriere».

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