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«Abbiamo tante motivazioni ma non sarà una passeggiata»

«Abbiamo tante motivazioni ma non sarà una passeggiata»

CAGLIARI. «Gli stimoli del Lecce? Sì sgioca tanto, ma anche noi abbiamo le nostre motivazioni: quelle di chi è professionista, attaccato alla maglia, rispettoso di se stesso e dei propri tifosi....

12 luglio 2020
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CAGLIARI. «Gli stimoli del Lecce? Sì sgioca tanto, ma anche noi abbiamo le nostre motivazioni: quelle di chi è professionista, attaccato alla maglia, rispettoso di se stesso e dei propri tifosi. Abbiamo sette partite e ventuno punti: dobbiamo dare il massimo sempre. Nessun discorso particolare ai giocatori : basta il lavoro in allenamento». Così il mister del Cagliari Walter Zenga sull'approccio alla gara di stasera alla “Sardegna Arena”. Oggi centesima gara di Zenga in serie A: «Cento panchine sono tanta roba- ha detto- magari sarebbero state anche di più se fossi stato più paziente. Anche se devo dire che tra esperienze all'estero e coppe penso di essere vicino alle 500 panchine».

A proposito delle esperienze con Al Ain, al Nassr, Al Jazira e Al Shaab Zenga specializzato negli allenamenti con il gran caldo per la sua precedente esperienza nei campionati in medio Oriente. «In realtà la situazione non cambia tanto - ha spiegato- il problema di questi incontri ravvicinati è che per un problemino rischi di saltare due o tre partite». Un po' di rabbia per gli ultimi episodi: «Il fallo su Pellegrini a Bologna- ha detto - e i gol di Simeone rivisti e fermati al Var avrebbero potuto indirizzare le partite in un altro modo». Joao Pedro? «Finché cammina gioca- ha spiegato - chi lo critica dovrebbe cambiare mestiere».

Il mister si dice soddisfatto della squadra. Ma Zenga chiede qualcosa di più, soprattutto a se stesso: «Ogni volta penso e ripenso alle scelte, mi piacerebbe - ha precisato - avere più tempo per curare certi dettagli: c'è poco tempo per intervenire. E poi mi piacerebbe qualche gol da parte dei difensori: Lucioni ad esempio ne ha fatto due da palle inattive».

Un pensiero al mister avversario Liverani, suo allievo ai tempi del Palermo: «In realtà era infortunato - ha raccontato Zenga - e l'ho visto giocare solo per 8’ nell'ultima partita con me in panchina. Già da allora aveva la testa da allenatore. E mi piace perché dopo un inizio con qualche difficoltà si è ripreso bene. È uno tenace. Chapeau».

Stefano Ambu

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