Zenga prende il punto e guarda al futuro: «Obiettivo 47 punti»
«Nei primi 45’ troppo bassi, ma così non ci siamo spremuti Bravi poi a correre pochissimi rischi e recuperare in dieci»
19 luglio 2020
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CAGLIARI. Walter Zenga incassa soddisfatto il punto che, alla fine del primo tempo, sembrava quasi una chimera. «Abbiamo pareggiato contro una formazione che nelle precedenti partite ha fatto tanti gol, e messo in difficoltà formazioni del calibro di Juventus e Lazio. Con noi hanno avuto pochissime occasioni e segnato su calcio d’angolo».
Gli viene sottolineato il fatto che nel primo tempo il suo Cagliari è rimasto troppo a guardare, incapace di ribattere al mostruoso possesso palla del Sassuolo. «Sì, è vero che siamo rimasti troppo bassi – ammette Zenga – e che non riuscivamo a ripartire. Gaston Pereiro non riusciva a dare una mano in quella fase. Ma debbo dire che, avendo pochi cambi, abbiamo anche evitato di spremerci troppo e poter così giocare un buon secondo tempo».
Un Cagliari che improvvisamente ha saputo rimettersi in carreggiata nonostante il rosso a Carboni. «La squadra è stata bravissima – sottolinea l’allenatore rossoblù –: erano in inferiorità numerica e si sono presi un punto. Con tutta una serie di difficoltà, e con un esordiente, Ladinetti, davanti alla difesa».
Il punto in casa insomma, alla fine è ben accetto. «Avevamo davanti un avversario oggettivamente più in forma, mentre noi abbiamo gli uomini contati. Accontentarsi del pareggio – dice – è un atto di umiltà. Però voglio anche dire che a un certo punto, con un po’ più di gamba, avremmo potuto anche vincerla questa partita».
Campionato archiviato? Niente affatto per Zenga che fissa un obbiettivo. «Abbiamo 42 punti e 5 partite da giocare. Possiamo cercare di superare i 47 punti, record dell’era Giulini presidente rossoblù».
Nessuna risposta, infine, su un eventuale caso Cigarini, escluso ancora, e spedito in tribuna. «Quello che succede nello spogliatoio – sibila Zenga – rimane lì dentro». (en.g.)
Gli viene sottolineato il fatto che nel primo tempo il suo Cagliari è rimasto troppo a guardare, incapace di ribattere al mostruoso possesso palla del Sassuolo. «Sì, è vero che siamo rimasti troppo bassi – ammette Zenga – e che non riuscivamo a ripartire. Gaston Pereiro non riusciva a dare una mano in quella fase. Ma debbo dire che, avendo pochi cambi, abbiamo anche evitato di spremerci troppo e poter così giocare un buon secondo tempo».
Un Cagliari che improvvisamente ha saputo rimettersi in carreggiata nonostante il rosso a Carboni. «La squadra è stata bravissima – sottolinea l’allenatore rossoblù –: erano in inferiorità numerica e si sono presi un punto. Con tutta una serie di difficoltà, e con un esordiente, Ladinetti, davanti alla difesa».
Il punto in casa insomma, alla fine è ben accetto. «Avevamo davanti un avversario oggettivamente più in forma, mentre noi abbiamo gli uomini contati. Accontentarsi del pareggio – dice – è un atto di umiltà. Però voglio anche dire che a un certo punto, con un po’ più di gamba, avremmo potuto anche vincerla questa partita».
Campionato archiviato? Niente affatto per Zenga che fissa un obbiettivo. «Abbiamo 42 punti e 5 partite da giocare. Possiamo cercare di superare i 47 punti, record dell’era Giulini presidente rossoblù».
Nessuna risposta, infine, su un eventuale caso Cigarini, escluso ancora, e spedito in tribuna. «Quello che succede nello spogliatoio – sibila Zenga – rimane lì dentro». (en.g.)