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Cagliari, l'algherese Luca Gagliano: «Fare gol a Buffon? Un’emozione unica»

di Roberto Muretto
Cagliari, l'algherese Luca Gagliano: «Fare gol a Buffon? Un’emozione unica»

Non sente pressioni il baby rossoblù, matador della Juventus

31 luglio 2020
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INVIATO A CAGLIARI. «Ciao Luca, hai dormito?». «Poco, sono in macchina. Sto già andando ad Assemini per l’allenamento». Il colloquio telefonico è di ieri mattina, protagonisti l’attaccante del Cagliari Luca Gagliano e suo padre Roberto. Non si erano ancora sentiti dopo il gol che Luca ha segnato alla Juve, dando il la alla prestigiosa vittoria dei rossoblù. «Ma hai realizzato o no quello che hai fatto?», chiede il papà al figlio che replica: «Sono contento, posso raccontare di aver segnato a un campione come Buffon». Breve pausa e arriva il monito del genitore, uomo di calcio anche lui e prima del figlio: «Sei stato bravo, ma non montarti la testa».

La famiglia. Lo sport i Gagliano (nonno siciliano, carabiniere trasferito ad Alghero, cittadina della quale si è innamorato) ce l’hanno nel Dna. Papà Roberto, dipendente Eni, è stato un discreto centrocampista in D col Tempio. Mamma Silvia, casalinga, è laureata Isef. La sorella Delia gioca a basket, e bene. Fino allo scorso anno in A2 col Selargius, la prossima stagione indosserà la maglia della nuova Dinamo e anche per lei sarà l’esordio in A1. Luca ha il diploma di tecnico informatico. Fratello e sorella sono legatissimi, si sentono più volte al giorno. Solo Delia sapeva che Luca mercoledì avrebbe giocato titolare. Le ha mandato un messaggio non appena Zenga ha dato la formazione. «Mia figlia ci ha detto che avrebbe giocato dall’inizio e in un primo momento ho pensato a uno scherzo - le parole di Roberto -. Lui è un ragazzo tranquillo, mi ha detto che all’inizio era emozionato, poi ha solo pensato a dare il massimo. Luca vive per il calcio, noi da sei anni facciamo la spola tra Alghero e Cagliari».

Le reazioni. Papà Roberto ha visto la partita con gli amici in un club («Quando non sono allo stadio faccio sempre così»), mamma Silvia a casa con la figlia e la sorella del marito. «Siamo una famiglia tranquilla - spiega Roberto Gagliano -, non ci piace metterci in mostra. Teniamo per noi le emozioni. Questo non vuol dire che siamo freddi, garantisco che non è così. I miei amici mi hanno fatto i complimenti, abbiamo ricevuto tante telefonate. Mia figlia l’altra sera ad Alghero è uscita, è stata fermata da tantissime persone che si sono congratulate. Mi ha detto che i social, dei quali non sono pratico, sono impazziti. Valanghe di messaggi ovunque. Tutto molto bello ma Luca resterà umile perché io e la madre gli abbiamo trasmesso questi valori. Lo sport può darti tanto ma anche regalarti amarezze. E lui lo sa benissimo».

Algheresi doc. Prima di Luca Gagliano sono stati Antonello Cuccureddu, Bruno Caneo e Dario Del Fabro (quest’ultimo nato nella cittadina del corallo ma è sempre vissuto a Sassari) gli algheresi che hanno giocato in serie A. Cuccureddu ha fatto gol come Gagliano all’esordio, ma con addosso la maglia della Juventus. Un gol segnato nei minuti finali nella partita contro il Cagliari all’Amsicora, che evitò la sconfitta alla Signora. «Non sapevo di questo particolare - racconta Papà Roberto -. Cuccureddu lo conosco di fama e di vista ma non di persona. Magari mio figlio facesse la sua carriera».

L’ex difensore dei campioni d’Italia e della Nazionale parla così di Gagliano: «Ha saputo cogliere l’attimo e sfruttare l’occasione che Zenga gli ha dato. Gli auguro il meglio, sarei felicissimo se un altro mio concittadino facesse cose importanti nel calcio. Ho visto la partita, per avere vent’anni Gagliano ha dimostrato di avere tanta personalità. Giocare contro campioni di quel calibro può bloccarti se non hai carattere. Però lui non ha solo fatto gol, ma anche il passaggio a Simeone per il raddoppio. Meglio di così non poteva andare. Ai giovani va data fiducia se lo meritano».

Piedi per terra. Il Cagliari fa bene a centellinare le dichiarazioni di un ragazzo che si sta affacciando al mondo professionistico. Facile restare vittime delle pressioni. Luca è riflessivo, sa che il difficile arriva adesso e sa anche che deve dimostrare ancora tanto per entrare in pianta stabile nella rosa della prima squadra. «Prima della partita - le sue parole a Dazn nell’intervallo della gara con la Juventus - , quando il mister ha dato la formazione e ho sentito che giocavo dall’inizio, ho provato emozione. Poi mi sono concentrato sulla partita e su quello che dovevo fare in campo. L'importante è stare sereni e divertirsi, senza pressioni e dimostrare quello che si è». Gagliano è stato il quarto giocatore della Primavera che in questi giorni ha esordito in A. Gli altri sono Carboni, Ladinetti e Marigosu. Il Cagliari ha in casa un bel tesoretto.

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