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Dalia, petali tricolori «Ora sogno le Olimpiadi»

di Gianna Zazzara
Dalia, petali tricolori «Ora sogno le Olimpiadi»

La gioia della giovanissima Kaddari dopo il titolo italiano dei 200 metri: «Ancora non ci credo. È stata dura riprendere a correre dopo il lockdown»

01 settembre 2020
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SASSARI. Dalia Kaddari, 19 anni, da Quartu Sant’Elena, è la ragazza copertina della velocità italiana. Bella, bellissima (è alta 1.71 e indossa la taglia 38) domenica ai campionati assoluti di atletica, a Padova, ha conquistato l’oro nei 200 metri, davanti a due colonne della staffetta azzurra: Irene Siragusa e Gloria Hooper. Col tempo incredibile, per una giovanissima, di 23 secondi e 3 decimi che ha fatto gridare di gioia tutto il mondo dell’atletica italiana. A incantare sono la sua facilità di corsa e la sua determinazione.

Dalia, complimenti, è la ragazza più veloce d’Italia nei 200.

«Sono stra-strafelice, è il mio primo titolo italiano ed è anche il mio nuovo record personale (il precedente di 23’’45 le aveva regalato due anni fa l’argento alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires). Se me lo aspettavo? Ci credevo, è ovvio... Sono arrivata in pista con l’idea di correre forte, il più forte possibile ma una cosa è metterci l’anima un’altra è vincere. Avevo fatto un test in una gara regionale, a Sassari, e non era andata male: 11’’44 nei 100 e 23’’48 nei 200... ma questo oro è un’altra cosa».

Ora è anche la sarda più veloce di sempre. Ha cancellato il 23’’33 stabilito nei 200 dall’oristanese Anna Rita Angotzi alle Olimpiadi di Seoul nel 1988, addirittura 32 anni fa.

«Davvero? Non lo sapevo».

Altro che limiti da lockdown, lei ora è più forte che mai.

«È stata dura non allenarsi per tutto quel tempo. A casa non avevo molto spazio né un giardino... però quando ho ripreso gli allenamenti ci ho messo l’anima. La ripresa è stata graduale, ovvio. All’inizio solo qualche allungo di 60-80 metri, da qualche settimana sono tornata invece alla solita routine: quattro allenamenti a settimana più lavoro in palestra, ovviamente senza pesi».

Su di lei vigila Fabrizio Fanni, il suo allenatore.

«È grazie a lui se oggi posso festeggiare, grazie Fabrizio!»

Come è stato correre in tempi Covid?

«Bellissimo, a Padova c’era un’atmosfera incredibile anche perché sugli spalti c’erano 500 spettatori. Il pubblico è importante, ti dà una energia incredibile, mi auguro che presto riaprano anche gli stadi e i palazzetti altrimenti lo sport muore».

A Padova ha corso solo i 200, scelta azzeccata visti i risultati.

«Volevo concentrare tutte le energie su un’unica gara. E poi, dico la verità, i 200 sono la mia specialità preferita. C’è la curva e l’uscita dalla curva... i 100 non ti danno soddisfazione. I 200 li puoi costruire, puoi anche fare una partenza insicura e poi correggere il tiro. Nei 100 invece si brucia tutto in un attimo».

Dispiaciuta per il forfait di Tortu?

«Molto, era affaticato... succede».

Lei cura la velocità senza tralasciare l’aspetto femminile. A Padova si è presentata ai blocchi di partenza con pantaloncini e top dai colori sgargianti e unghie laccatissime.

«Adoro essere femmina, anche in pista».

Dalia dove vuole arrivare?

«Il più lontano possibile. In vetta? Magari. Comunque oltre alla corsa ci sono tante cose importanti. Quest’anno sono di diploma. Mamma studio, te lo prometto».

E le Olimpiadi?

«Un sogno, chissà. Da qui all’anno prossimo c’è ancora tempo. Intanto il 19 e 20 settembre sarò ai campionati italiani Juniores a Grosseto. Anche lì correrò solo i 200».

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